mercoledì 6 aprile 2016

QUEI QUATTORDICI MESI CHE CAMBIARONO IL DESTINO DI VERDERIO SUPERIORE di Beniamino Colnaghi - prima parte


"Ma, quando io avrò durata l'eroica fatica
di trascriver questa storia da questo dilavato
e graffiato autografo, e l'avrò data,
come si suol dire, alla luce, si troverà poi
chi duri la fatica di leggerla?"...
Alessandro Manzoni
 
 
Nove aprile 1950, Pasqua. Quel giorno, verso le prime ore dell’alba, quasi tutti i coscritti della classe 1930 e una manciata di residenti di Verderio Superiore vennero arrestati e condotti in prigione. Furono portati a Pescarenico, un gruppetto di case, tra le quali il carcere, adagiate sulla riva sinistra del fiume Adda. Gli arresti causarono clamore e tensione nella popolazione, la quale non riuscì a spiegarsi il motivo per cui un “contatto” tra un giovane carabiniere e un iscritto alla leva, accompagnato dalla successiva protesta di alcuni suoi amici, poté scatenare una risposta così forte da parte delle forze dell’ordine. Il panico e la paura presero il sopravvento. Il paese rimase sgomento di fronte a tanto accanimento contro alcuni dei suoi figli.
Il periodo che intercorse tra il 9 aprile 1950 e il 27 maggio 1951 segnò uno spartiacque che cambiò radicalmente le sorti politiche di Verderio Superiore. In quei quattordici mesi, in un piccolo borgo contadino e operaio brianzolo, che contava poco più di mille abitanti, attraversato, a soli cinque anni dalla fine di una terribile guerra, da una situazione economica e sociale carica di difficoltà e incertezze, avvennero alcuni fatti significativi che generarono paura ed introdussero un clima di “caccia alle streghe”.
 
 
   

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