sabato 2 gennaio 2016

UNA CALENDARIO ALLARGATO di Marco Bartesaghi

L’1 gennaio inizia il nuovo anno, il 2016. In ogni casa si inaugura il nuovo calendario, dove l’anno è suddiviso in mesi e i mesi in settimane, ognuna delle quali finisce con un giorno festivo la domenica.
Oltre alle domeniche, in Italia ci sono altri giorni di festa, alcuni legati a ricorrenze nazionali e laiche – 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno – altri a momenti significativi della religione cattolica – 6 gennaio, lunedì di Pasqua, 15 agosto, 1 novembre, 8 dicembre, 25 e 26 dicembre. L’1 gennaio, Capodanno, penso possa essere considerata una festa sia civile che religiosa.
A parte le festività, sia laiche che religiose, che cambiano di paese in paese, questo calendario, detto Gregoriano dal nome del papa, Gregorio XIII che lo introdusse, è adottato a scopi civili in quasi tutto il mondo. Questo fatto ci può indurre a pensare, erroneamente, che sia l’unico calendario possibile e magari l’unico esistito in tutta la storia dell’uomo. Non è vero, anzi la sua storia è relativamente recente, poiché risale al 1582 e solo pian piano si è diffuso ovunque.
Uno dei calendari che l’ha preceduto, e da cui il gregoriano è scaturito, era quello introdotto da Giulio Cesare nel 46 a. c. e conosciuto come calendario giuliano. Ad esso fa ancora riferimento la Chiesa Ortodossa di molti paesi ed è per questo che le date delle festività di queste chiese non coincidono con quelle cattoliche.
A propri calendari fanno anche riferimento le altre religioni monoteistiche, la religione ebraica e quella islamica.
Le differenze più evidenti sono nel punto di partenza e nel metodo di calcolo della suddivisione dell’anno. Il calendario Gregoriano ha come riferimento iniziale la nascita di Cristo, quello ebraico la creazione del mondo secondo le indicazioni della Bibbia e quello islamico l’Egira, il trasferimento cioè di Maometto e di alcuni suoi seguaci da Mecca a Medina. Oggi entriamo quindi nel 2016 per il calendario Gregoriano, siamo nel 5776 per quello ebraico e nel 1437 per quello islamico.
Diverse, come accennato, le modalità per calcolare la suddivisione dell’anno: quello gregoriano si basa sull’anno solare, e quindi sul ciclo delle stagioni; quello ebraico è calcolato sia su base solare che su base lunare; quello islamico solo su base lunare.



Le feste di cui sopra si è parlato, sia religiose che laiche, sono quelle ufficiali dello stato italiano: sono i giorni festivi nazionali.
Sia per lo stato italiano che per la chiesa cattolica, oltre a quelle elencate, ci sono altre giornate significative, che meritano una particolare attenzione, pur non essendo giornate “festive” nazionali.
Anche le religioni ebraica e islamica hanno feste, ricorrenze e giornate o periodi particolarmente importanti, che pure non assurgono a festività nazionale.
Non è facile, ma è possibile trovare calendari che oltre alle festività nazionali e alle giornate più significative per la religione cattolica, evidenziano anche quelle importanti  per le altre religioni. Uno, che conosco, è il calendario dell’AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani).



Senza pretendere di essere esauriente e con lo scopo, ambizioso, di facilitare un pochino la convivenza reciproca fra abitanti di diversa provenienza e fede religiosa, ho pensato di presentare in modo sintetico le ricorrenze che nell'arco dell'anno, anche a Verderio tante famiglie festeggiano o celebrano 


LE FESTIVITÀ CIVILI
In Italia il primo giorno festivo”civile”, cade il 25 aprile. Perché?
Perché il 25 aprile 1945, in Alta Italia venne dato l'ordine dell'insurrezione contro il regime fascista e l'occupazione tedesca, che ancora opprimevano le regioni settentrionali del nostro paese.






Fucilazione a Roma (1944) - Disegno di Renato Guttuso








L'occupazione tedesca, iniziata nel settembre del 1943, era stata molto dura e aveva significato mitra spianati, perquisizioni, arresti e uccisioni di cittadini da parte dei soldati tedeschi e degli uomini delle Brigate Nere. Con la “Liberazione”, che si festeggia appunto il 25 aprile, gli italiani riconquistarono le libertà civili e la democrazia. Finalmente finiva anche l'incubo di 56 mesi di una guerra che è stata la più grande tragedia del '900.

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Il 1° maggio è la “Festa dei lavoratori”, o del lavoro.
A lanciare l'idea di istituire una festa del lavoro è il congresso della “Seconda Internazionale” socialista, riunito a Parigi nel luglio del 1889. La data del primo maggio è una scelta simbolica: tre anni prima, nel 1886, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago era stata repressa nel sangue.
In Italia la festa dei lavoratori, soppressa dal fascismo nel 1923, fu ripristinata dopo la liberazione.


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Il 2 e il 3 giugno 1946 i cittadini italiani – per la prima volta le donne – furono chiamati al voto per scegliere, attraverso un referendum, se l'Italia dovesse essere una repubblica o una monarchia: la maggioranza degli elettori votò per la repubblica, che venne perciò proclamata dalla Corte di Cassazione il 10 giugno successivo.
È per questo motivo che, dal 1948, il 2 giugno di ogni anno si festeggia la “Festa della Repubblica”.

Primo Maggio - disegno di Renato Guttuso
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Il 4 novembre si commemora la fine della prima guerra mondiale, l'ultima guerra combattuta con le logoranti giornate che i soldati trascorrevano nelle trincee, aspettando di andare all'assalto, sotto il fuoco delle artiglierie nemiche. In questa “inutile strage”, l'Italia, tra le potenze vincitrici, perse 651.000 soldati e 589.000 civili (1).
Dal 1977 il 4 novembre non è più una giornata festiva: la commemorazione della fine della guerra è posticipata alla domenica successiva a questa data, che viene considerata Festa delle forze Armate e dell'Unità Nazionale.  



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“La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.
Così recita il primo articolo della legge che, nel luglio del 2000, ha istituito il Giorno della Memoria. Non è un giorno festivo, ma comunque un giorno importante per un paese come il nostro che ha mandato a morire nei campi di sterminio tedeschi più di 8500 suoi cittadini di origine e religione ebraica.


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Un'altra legge – n.92, 30 marzo 2004 -ha istituito il “Giorno del Ricordo”.al fine di “ conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati”, fatti conseguenti all'istituzione del regime comunista jugoslavo, dopo la seconda guerra mondiale. La data prescelta per questa ricorrenza, che non è giorno festivo, è il 10 febbraio di ogni anno. (2).

LE FESTIVITÀ DELLA TRADIZIONE RELIGIOSA CATTOLICA
Alcune giornate particolarmente importanti per i credenti di fede cattolica sono anche, come già accennato, festività nazionali.
Partiamo dall’ultima dell’anno: il Natale. Cade il 25 dicembre e ricorda la nascita di Gesù di Nazareth, che sarebbe avvenuta, secondo la tradizione, 2016 anni fa. Su tutto il territorio nazionale, l'usanza più diffusa, legata a questa festa è quella del “presepio”. Una rappresentazione della nascita di Cristo, come narrata dai Vangeli, realizzata con statue di diversi materiali e dimensioni.


Il presepe di casa mia
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Il giorno dopo  Natale, il 26 dicembre, è ricordata la figura di Santo Stefano, il primo martire cristiano, lapidato a Gerusalemme nel 36 d.C. Il suo martirio è raccontato negli Atti degli Apostoli (At 6,8-12; 7, 54-60).

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L'1 gennaio, capodanno è giornata dedicata alla Pace.

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Il 6 Gennaio si celebra l’Epifania di Gesù, cioè la rivelazione al mondo della sua divinità. Nei Vangeli, l’Epifania avviene attraverso l'adorazione di Cristo da parte dei Magi.
Legata all'Epifania è la figura della “Befana”, una vecchia bruttina ma simpatica, che la notte fra il 5 e il 6 gennaio vola nel cielo su una scopa e, entrando nelle case attraverso i camini, porta dolcetti ai bimbi buoni e carbone a quelli cattivi.


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Nel giorno di Pasqua si celebra la Resurrezione di Cristo. La Pasqua non cade in una data fissa, ma essa viene stabilita di anno in anno e corrisponde alla prima domenica successiva al plenilunio di primavera.
La Pasqua è preceduta dalla Settimana Santa, che ha inizio la domenica prima, detta delle Palme, in cui si ricorda l'entrata di Gesù in Gerusalemme, salutato da uno sventolio di palme. Segue il Giovedì Santo, in cui si ricorda l'ultima cena di Gesù insieme agli apostoli, il Venerdì Santo, giorno della sua Passione e il Sabato Santo, in cui Gesù giace nel Sepolcro. Il Sabato termina la Quaresima, un periodo di quaranta giorni durante il quale ai fedeli viene richiesto un maggior impegno nella preghiera e l'accettazione di alcune forme di penitenza.
A sua volta la Quaresima è preceduta dal carnevale, una settimana di festa, in cui ci si veste in maschera e in cui dovrebbe valere il detto che “a carnevale ogni scherzo vale”.


Immagine pasquale donata alle famiglie dalla parrocchia di San Giuseppe e Floriano nel 1980
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Il “lunedì dell'Angelo”, detto più comunemente “pasquetta”, segue la domenica di Pasqua, e ricorda l'incontro dell'Angelo con le donne che si erano recate al Sepolcro di Cristo, trovandolo vuoto essendo egli risorto.

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Dal 1955 anche la chiesa festeggia il mondo del Lavoro, nella data del 1° maggio: da quella data infatti , questa giornata è dedicata a San Giuseppe artigiano.  


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Il 15 agosto, ferragosto, la chiesa cattolica celebra la festa dell' “Assunzione in cielo della Beata Vergine Maria”. È infatti considerato dogma di fede che, al termine della sua vita terrena, Maria, madre di Gesù sia stata trasferita in cielo, cioè assunta, sia nell'anima che nel corpo.

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L'1 novembre è una giornata di festa dedicata a tutti i santi. Il giorno seguente, non più festivo, è dedicato al ricordo dei defunti e, tradizionalmente, ci si reca al cimitero per portare dei fiori, accendere un lume e recitare una preghiera.

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L'8 dicembre è la festa dedicata all “Immacolata Concezione della Beata vergine Maria”. La chiesa cattolica in questa giornata celebra il fatto che Maria sarebbe stata immune dal peccato originale fin dal suo concepimento (3).

LE FESTIVITÀ DELLA TRADIZIONE RELIGIOSA ISLAMICA
 

Per parlare delle feste della tradizione islamica, è utile aver sott'occhio lo schema dei mesi del calendario islamico che, come ho già accennato, è calcolato sul ciclo lunare. Essendo l'anno lunare di 11 giorni più breve di quello solare, non c'è corrispondenza fra le stagioni e i mesi.

Il primo mese dell'anno è Moharam e, quindi, il primo giorno di questo mese è capodanno Nel 2015 è corrisposto al 15 ottobre del calendario Gregoriano.
La prima festa importante è in occasione del compleanno del Profeta Muhammad , il 12° del mese di Rabih Alaoual (dicembre, nel 2015).



Uno schema dei mesi del calendario islamico, compilato dal signor Cassoum Camara

Il 9° mese dell'anno è Ramadan, il mese dedicato al digiuno, il quarto pilastro dell'Islam. Durante questo periodo, uomini e donne puberi, dall'alba al tramonto si devono astenere dal cibo e dalle bevande (acqua compresa) e dai rapporti sessuali. Il Ramadan è anche un periodo di più intensa attività spirituale: maggior tempo deve essere dedicato alla preghiera e alla lettura o all'ascolto del Corano.
Il digiuno termina con il primo giorno del mese successivo, Chaoual, una giornata da festeggiare in famiglia e da onorare facendo l'elemosina: ogni famiglia , secondo il mio interlocutore senegalese, dà hai poveri il valore corrispondente al cibo consumato in una giornata dalla propria famiglia.


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Il 12° mese, Do Al Hija, è il mese del pellegrinaggio a Mecca, il quinto pilastro dell'Islam, che ogni musulmano ha l'obbligo di compiere, ma solo se i suoi mezzi glielo consentono. Il pellegrinaggio è un mezzo di purificazione: nel viaggio verso e attorno la casa di Dio l'uomo chiede perdono per i suoi peccati e viene purificato attraverso il suo pentimento e la celebrazione dei riti.  


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Nello stesso mese cade anche “la festa del sacrificio”, la festa grande, la più importante dell'Islam, insieme a quella della fine del Ramadan. Si ricorda il sacrificio che Abramo era pronto a compiere, immolando ad Allah il suo figlio Ismaele. Fermato da Allah stesso, che non esige sacrifici umani, Abramo immolò allora un montone. Per ricordare questo fatto, durante la festa, chi se lo può permettere deve immolare un montone (o un altro caprino o un ovino o un bovino o un camelide) per poi consumarlo in famiglia e donarne una parte ai più bisognosi della comunità (4).


LE FESTIVITÀ DELLA TRADIZIONE RELIGIOSA EBRAICA

L'anno ebraico è scandito dalle sue feste che rappresentano l'opportunità data all'uomo di interrompere la ripetitività del lavoro quotidiano per percepire più sensibilmente la presenza divina. Le feste sono “appuntamenti dati dal creatore a Israele”.




Prima e più importante di tutte le feste, su cui sono modellate tutte le altre, è lo Shabbath, il Sabato, il riposo settimanale, “simbolo di libertà e dignità umana e giorno di rinascita spirituale, è uno degli elementi fondamentali dell'eredità che Israele ha trasmesso all'umanità”.
La giornata per gli ebrei inizia la sera, dopo il tramonto del sole. Lo Shabbath inizia quindi il venerdì sera. Prima dell'inizio, solitamente da una donna sposata, vengono accese le candele. La famiglia si ritrova per il pranzo solenne, che viene aperto dal “Kiddùsh”, la “santificazione, che viene fatta con il vino e dalla benedizione dei pani. Il pranzo dura fino a tarda sera fra canti e discussioni.
La giornata del sabato procede fra preghiera, studio e un altro pranzo in famiglia.



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Il Capodanno ebraico, Rosh Hashanà, anniversario della creazione del mondo, viene celebrato nei primi due giorni del  mese di Tishrì (verso la metà di settembre). In questo giorno Dio apre il “libro della vita e della morte” per scrivervi tutti gli atti che l'individuo ha compiuto durante l'anno.
Durante il rito pubblico, un uomo pio e studioso della Torà, suona lo shofar, il corno di un montone per ricordare l'esempio di come, Abramo e di Isacco, erano stati pronti al sacrificio.



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Al capodanno seguono dieci giorni di penitenza che culminano nel giorno di Kippur “giorno di espiazione e di perdono consacrato esclusivamente alla preghiera e alla penitenza” che “permette all'uomo di liberarsi dai suoi peccati e rigenerarsi”.
In questa giornata, per gli adulti, obbligatorio è il digiuno, con l'astensione, per 25 ore dal mangiare e dal bere.



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Ai giorni di espiazione, culminati in Kippur, fanno seguito i giorni della gioia, i sette giorni della festa di Sukkoth, la “festa delle capanne”, che ricorda la “protezione miracolosa accordata da Dio a Israele durante il cammino nel deserto”.
Per questa festa gli ebrei costruiscono, fuori dalle loro case, la capanna, sukka, nella quale dormono per i sette giorni della sua durata.



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Chanukkàh è la festa delle luci, che commemora un miracolo legato a un fatto storico: la cacciata dalla Palestina dei greco-siriani, che volevano proibire lo studio della Torà e imporre l'idolatria. Dopo la riconquista di Gerusalemme e la purificazione del tempio bisognava riaccendere i lumi del candelabro, ma non fu trovata che una sola ampolla di olio che, sarebbe durata un solo giorno. Essa invece, miracolosamente, tenne acceso il candelabro per gli otto giorni necessari a produrre nuovo olio.
Il candelabro di Chanukkàh ha otto bracci. Durante gli otto giorni della festa, nelle famiglie ebraiche, ogni giorno viene acceso un lume.



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Purim è una festa istituita per ricordare che quando il re dei persiani Assuero, nel 5° secolo a. C., istigato dal suo perfido consigliere Haman, decise di sterminare gli ebrei, l'intervento di sua moglie, l'ebrea Ester, lo dissuase dal suo intento, e il popolo ebraico fu salvo.
Purim è una festa carnevalesca: si canta, si balla, si recitano commedie, ci si maschera e si … beve, anche esageratamente.



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Pesach, la Pasqua ebraica, è la festa della liberazione dalla schiavitù in Egitto, “epoca della formazione di Israele in quanto popolo”. Centro di questa festa è la cena di Seder, ritmata dalla lettura dell'Haggadàh, racconto dell'uscita dall'Egitto.



Haggadàh di Pesach, edizione Giuntina, illustrata da Emanuele Luzzati
Al centro del Seder è il piatto rituale con gli alimenti simbolici: tre azzime (pane non lievitato) per ricordare che gli ebrei in fuga non ebbero tempo per far lievitare il pane; uno zampino di agnello in ricordo dell'agnello pasquale; le erbe amare e un recipiente con aceto o acqua salata, in memoria dell'amarezza e dell'asprezza con cui gli ebrei furono trattati in Egitto; un impasto di vari frutti per ricordare la malta con cui si costruivano i mattoni durante la schiavitù; un uovo come cibo di lutto per la distruzione del Tempio di Gerusalemme.


Illustrazione di Emanuele Luzzati, tratta dall'Haggadàh edito da Giuntina
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Shavuòth è la festa che ricorda il giorno in cui gli ebrei ricevettero, sul monte Sinai, la Torà. Questo avvenne dopo 50 giorni dall'uscita dall'Egitto, per questo la data della festa cade sette settimane dopo Pesach (5).

Marco Bartesaghi

NOTE
(1) https://it.wikipedia.org/wiki/Conteggio_delle_vittime_della_prima_guerra_mondiale
(2) Mi ha aiutato, nella stesura di questa parte dell'articolo, la signora Carla Deambrogi Carta, che ringrazio.
(3) Per questo capitolo dedicato alle festività cattoliche, sono stato aiutato dalla signora Attilia Pirovano, che ringrazio.
(4) Mi ha aiutato per questa parte di articolo, il signor Cassoum Camara. A lui si deve anche lo schema dei mesi del calendario islamico. Lo ringrazio.
(5) Per le feste ebraiche ho fatto riferimento ai seguenti libri: L'ebraismo nella vita quotidiana, Ernest Gugheneim, ed. Giuntina (nel testo, le frasi fra virgolette sono tratte direttamente da questo libro); L'ebraismo per principianti, Charles Szlakmann, ed. Giuntina; Haggadàh di Pesach, illustrata da Emanuele Luzzati, ed. Giuntina.






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