martedì 15 luglio 2014

TRE DONNE E UN CASSETTONE SCRIGNO DI RICORDI di Marco Bartesaghi






Un cassettone in legno,  sormontato da uno specchio originariamente non suo. Quattro cassetti, il più in basso dei quali copre lo spazio dei segreti, il “secrèt”, dove si conservavano le cose un po’ più di valore. “Ce l’avevano tutti”, mi dicono. E allora, mi domando, che segreto era e che sicurezza poteva dare? “Per metterci mano bisognava comunque togliere il cassetto” è la risposta, semplice, ai miei dubbi.
Di mobili simili a questo ce ne sono senz’altro altri in paese, io  stesso ne ho uno in camera matrimoniale, e anche altri, come questo, saranno stati, o sono ancora, in parte adibiti a conservare “ricordi”: oggetti, carte, immagini, che una fetta di umanità ritiene importante e doveroso conservare, per non disperdere le informazioni che contengono, mentre la restante  fetta (di umanità) li considera cianfrusaglie polverose, che occupano spazio: “E anche lo spazio ha un valore!!!”.






Della prima fetta , alla quale mi sento più vicino (direi “moderatamente più vicino”, se non immaginassi già le risate in famiglia), facevano parte anche Maria Sala (1898/1979), moglie di Enrico Comi (1892/1953), e Giuseppina Comi (1925/2013), sua figlia, che abitavano nella casa detta “Salén” (da Sala), la prima che si incontrava sulla sinistra andando da Verderio Superiore a Verderio Inferiore, quando c'era ancora la divisione in due comuni, ora in via dei Municipi al numero  19 (1)

Maria Sala ed Enrico Comi
Giuseppina Comi
Nel “cassettone” Maria e, in seguito, Giuseppina conservavano le carte “ufficiali” della famiglia: atti notarili, contratti di compravendita eccetera. Insieme ad esse riponevano ritagli di giornale, contenenti notizie relative a Verderio e, in particolare, alle vicende dei suoi sacerdoti. Conservavano anche cartoline, lettere, immaginette, fotografie, e qualche oggetto.

In questo scrigno di ricordi ho già avuto modo di pescare, trovando preziosi documenti riguardanti i delitti commessi a Verderio la sera del 26 marzo 1913, quando vennero assassinate Luigia Sottocornola e la sua domestica Francesca Pochintesta.

Giornali del 1913, con gli articoli sul delitto di Verderio

Maria Sala ebbe l'accortezza, in quell’ occasione, di tenere da parte i quotidiani che avevano parlato dell'avvenimento e, più tardi, quelli riguardanti le indagini e il processo. Rarissimo, se non unico, anche un foglio con i versi della ballata intitolata “Orribile delitto di Verderio”, scritta nel 1913 dal cantastorie Domenico Scotuzza” (2)

Ora vi voglio presentare altre due “cose” provenienti dal “cassettone”. Eccole.



16 LUGLIO 1922: LETTERA A TOGNINA SALA, CUCITRICE DI BIANCHERIA

La prima è una lettera, contenuta in una busta di cm 11.5 x cm 9,5, affrancata con un francobollo da 25 cent e tre da 5, incollati sul retro, spedita il 18 luglio del 1922 da Torno, paese in riva al lago, che si incontra sulla strada che da Como porta a Bellagio.





Destinataria la “Signora Tognina Sala/ cucitrice in biancheria/casa vicino alla chiesa di Verderio Superiore/ (prov. Como)”.



La signora “Tognina”, terza delle donne di cui si parla in questo articolo, era Antonia Ripamonti (1865/1835), sposata con Angelo Sala, mamma di Maria.
 

Antonia Ripamonti con la figlia, Maria


Le scriveva Maria Monzini, una cliente, per darle istruzioni su come avrebbe dovuto confezionare gli accappatoi e le camice che le aveva ordinato.

La lettera, datata 16 luglio 1922, è composta da quattro pagine di cm 10,30 x cm 18,00, sulla prima delle quali sono incollati due campioncini di ricamo di circa cm 2,5 x cm 4,00.
Questo il testo, che occupa le prime tre pagine:


Prima pagina
“16 luglio 1922
Cara Tognina Sala,
questo ricamo a fiori e foglie lo adopera per le camicie da notte [si riferisce al primo campione di stoffa]

questo per  gli accappatoi e le camicie da giorno [secondo campione]
Le camicie da notte devono essere scalfate
(3) precise come il campione; le maniche siccome il ricamo e l’orlatura (come al collo) alta cm [manca la cifra] circ, va in allungatura bisognerà accorciarlo di un pezzetto.

Seconda pagina
Nelle camicie da giorno sul davanti bisognerà anche tagliarne via una lista altrimenti il bordo e l’orlatura vengono più alti del dietro.
Le orlature sul davanti e alle spalline vanno fatte con la stoffa di pelle d’ovo
(4) che le manderà la mamma invece dietro volta giù l’orlo senz’altro. Dietro per le pieghe come nel campione. Le cuciture le faccia pure col suo solito sistema che infatti resteranno meno grosse.
L’attaccatura delle spalline alle camicie giorno va fatta sulla stoffa grossa dietro al ricamo e non in lato all’orlatura perché si strappa.


Terza pagina
Gli accappatoi vanno orlati come il campione mi raccomando di fare un bel punto piccolo e col cotone fino. Essendo il pizzo più alto di quello del campione in giro al collo andrà scalfato un po’ di più.
La ringrazio e saluto
Maria Monzini”



Nell’ultima pagina, la quarta, i disegni su come realizzare il davanti e il dietro delle camicie giorno.

Quarta ed ultima pagina


Oltre alla lettera, la busta contiene un campione di stoffa di cm 10,50 x 15,00 circa con due cuciture e due frasi di spiegazione:

“Altezza delle orlature delle camicie”;


“Come vanno attaccati i bordi”.



Il campione in stoffa


15 -16 AGOSTO 1940: BOMBE SU MERATE

Il secondo oggetto che vi voglio presentare,  contenuto in una scatoletta di cartone senza coperchio (cm 10x6,5x4,5),






avvolto in carta bianca e accompagnato da un foglietto di spiegazione, è un frammento di ferro arrugginito.





La sua presentazione è nel foglio che lo accompagna, scritto a mano da Giuseppina Comi, su entrambe le facciate.


"Memoria"
"È una scheggia in ricordo dell’incursioni aerea fatta dagli Inglesi, su Merate la notte del 15 – 16 agosto 1940. Ci sono stati 4 morti e vari feriti, e case distrutte.
Ne hanno scaricate 12 bombe, varie incendiarie e varie esplosive”.




“Questa tremenda notte la passai separata dai miei cari essendo a Merate per fare i S. Esercizi. La passai in cantina nel collegio delle Dame Inglesi in compagnia delle suore, del Padre Predicatore, delle compagne. Fummo salve per mezzo della preghiera… Giuseppina”


Per questa, come per le precedenti “incursioni” nel cassettone, devo ringraziare il signori Alessandro Comi, sua moglie, Andreina Colombo e la loro figlia Carla.

NOTE
(1) Leggi in questo blog l’articolo “SALIN”, pubblicato il 18 luglio 2010.
 
(2) Puoi leggere su questo blog l’articolo “26 MARZO 2013. DUPLICE OMICIDIO A VERDERIO”, pubblicato il 7 marzo 2014 e ascoltare la ballata cantata da Fabio Oggioni, cercandola in data 8 marzo 2014.
 
(3) Scalfare: “Nel linguaggio di sartoria, tagliare o conformare la spalla di una giacca, di un soprabito, di un maglione e sim. così da ottenere lo scavo per l’attaccatura delle maniche” http://www.treccani.it/vocabolario/tag/scalfare/
 
(4) Pelle d’uovo: La mussola (o pelle d'uovo) è un tessuto molto leggero in armatura tela e a trama molto rada (simile alla garza da medicazione). Fu introdotta in Europa dall'Asia nel XVII secolo, Il suo nome deriva dalla città di Mossul sulle rive del Tigri dove gli europei la incontrarono la prima volta ma ha la sua origine nella città di Dacca in Bangladesh. Originariamente era prodotto con cotone, poi con la lana e il lino. Viene utilizzato per l'arredamento nei tendaggi, nella biancheria da letto, nella biancheria intima e per l'abbigliamento femminile come le camicette.La mussolina è la versione più leggera di un tessuto di mussola, quella finissima viene chiamata pelle d'uovo. http://domanderisposte.tuttogratis.it/professione-casalinga/8526/che-cos-e-la-pelle-d-uovo/1464311/
 

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