venerdì 14 febbraio 2014

COSE E PERSONE IN DUE VECCHIE IMMAGINI DELLA "VIA LARGA" di Marco Bartesaghi

Difficilmente un’immagine d’epoca ha niente da dirci.
Anche se misera di dettagli, piccola, malfatta e di difficile datazione, ci può raccontare qualche particolare sul luogo che rappresenta: qualcosa che c’era e non c’è più o, al contrario, qualcosa che vediamo quotidianamente  e che, invece, non c’era ancora.
Se nella fotografia ci sono persone, possiamo notare come si vestivano o si coprivano il capo; come si pettinavano o truccavano e così via .
Se ci va molto bene, se, ad esempio, qualcuno ha avuto, a suo tempo, l’idea di scrivere i nomi, o abbiamo la fortuna di conoscere chi ricorda i volti, delle persone rappresentate riusciamo anche a conoscere le identità. Ma questo è ben difficile … anche se qualche volta ….
 
 ***

Le due immagini che vi voglio presentare non sono del tipo  sopra descritto. Sono  due belle immagini della via Larga, oggi via Roma, di Verderio Inferiore:  ricche di dettagli, molto profonde e popolate di persone.
Sono state scattate più o meno dalla stessa posizione, ma in tempi diversi: la foto n.1, più vecchia,  risale a prima della II guerra mondiale. La  n.2. è più recente, ma non di molto: una cartolina con questa immagine, pubblicata sul libro di Rino Tinelli “Un saluto da Trezzo e dintorni”, è stata spedita nel novembre del 1950.
 

 
Fotografia n.1


 
Fotografia n.2




Osserviamole e confrontiamole, fra loro e con altre fotografie, in particolare con una a colori (n.3) scattata dallo stesso punto.

 
Fotografia n.3



LE COSE
 






Nell'immagine n.1, in primo piano, sulla destra, all’imbocco del viale d’ingresso alla “palasina” - come era comunemente conosciuta la villa oggi dei signori Mattavelli, all’inizio del novecento dei Sottocornola – si nota un muro a merlatura ghibellina, cioè a coda di rondine. Già nella fotografia n.2 questo particolare si era  perso.




Il lato sinistro della strada, per qualche decina di metri è  uguale nelle tre fotografie. Anche il lato destro, sostanzialmente, se si tralasciano alcuni elementi “nuovi”: finestre, semafori. 


Particolare foto n.1




Tornando al lato sinistro, in entrambe le vecchie foto si nota un muro di cinta che delimitava un area verde, coltivata a vigna e ad alberi da frutta, che si vede in primo piano nell’immagine n.4.




Fotografia n.4
Quest’area in seguito è stata ampiamente edificata. Se nel farlo si fosse usata un po’ più di saggezza, la chiesa parrocchiale potrebbe avere un sagrato meno angusto di quello che ha.
Un grande albero, presente nelle due vecchie immagini, occupava l’area dove oggi è insediato il monumento ai caduti. 



Particolare foto n.2




Assente nella più vecchia, nell’immagine più recente (foto n.2) si intravvede  una torre: era l’acquedotto, poi sostituito da un manufatto in cemento armato, abbattuto recentemente.





LE PERSONE
 

In entrambe le fotografie, la scena è occupata da molte persone , alcune delle quali sanno di essere fotografate e forse sono convenute apposta per farsi riprendere.

Particolare foto n.1






Particolare foto n.1



La foto n.1 è più vivace e movimentata. Un gruppo di persone in posa in primo piano, sta per essere raggiunto da una ragazza, o una giovane donna, che avanza velocemente sulla sinistra per non mancare all’appuntamento.

Il resto della strada, fino all’imbocco di via Tre Re, è popolato di gente indifferente all’evento fotografia, che anzi si muove in senso opposto, come alcune donne sulla destra che procedono tenendosi a “braccetto”. Forse è un azzardo dirlo, ma sembrerebbe trattarsi di un giorno  festivo, una domenica.

Le donne a "braccetto" in un particolare della foto n.1

L'immagine n. 2 è meno vivace. Due sole persone in primo piano sulla sinistra e una sulla destra intenta alla pulizia della strada.
Arretrato di una quindicina di metri, un gruppo di persone che sa di essere ripreso e rivolge lo sguardo all'obiettivo. Il resto della strada è vuoto.






LE IDENTITÀ DI ALCUNI PERSONAGGI
 

Per ragioni che non sto a raccontare,  ho fatto avere  le due fotografie all'architetto Giancarlo Consonni che, dopo averle viste mi ha scritto questa mail:
 

“Grazie per le fotografie, sono bellissime. Un paio mi sono poi  particolarmente care.
In quella più antica (foto n.1)- di prima della guerra -compare mio nonno, Carlo Consonni (che aveva appena aperto, nel 1926,  l'Osteria San Giuseppe e che morirà giovane, nel 1941) e Genoveffa Consonni in Barelli (la mamma di Suor Carla, a cui hai dedicato un servizio  sul tuo blog).




Carlo Consonni e Genoveffa Consonni in Barelli

 


Nell'altra (foto n.2), nel punto in cui nella foto precedente compariva mio nonno, c'è mia nonna Emilia, detta Milina, e mio zio Pasquale Barelli (detto Melònia, padre di Suor Carla).
 

 
Emilia, detta Milina, e Pasquale Barelli


In mezzo alla via Roma le due donne che conversano sono mia mamma (Bianca Burchietti, col vestito bianco) e mia zia Maria (sposata a Marino Consonni, macellaio)”.



 
Bianca Burchietti, a sinistra, e "zia" Maria


Le informazioni di Giancarlo Consonni sono  preziose perché arricchiscono di molto il valore documentario delle due immagini. I personaggi riconosciuti non sono tutti quelli che appaiono, ma sono i principali.
 

Anche degli altri, magari, si riuscirà a risalire all'identità: se qualcuno dovesse riconoscerli, per favore, me lo faccia sapere.

Marco Bartesaghi

Nessun commento:

Posta un commento