lunedì 18 novembre 2013

LA SCIENZA NEL 3° MILLENNIO
L’Uomo e l’Ambiente
3° ciclo di conferenze



Venerdì 22 novembre 2013
Ore 21,00
Sala Civica di Verderio Inferiore
MATERIA E COLORE
LE SINFONIE CROMATICHE DELLE CITTA' ITALIANE
Relatore Giancarlo CONSONNI
Professore di Urbanistica
Politecnico di Milano


Ciclo di conferenze promosso dalle Amministrazioni Comunali di Verderio Inferiore e Superiore, grazie alla collaborazione scientifica gratuita dei professori Gabriella CONSONNI e Giuseppe GAVAZZI, dell’Università degli
Studi di Milano. Per eventuali variazioni del programma siete cortesemente invitati a consultare i siti dei comuni di Verderio Inferiore e Superiore
Fotografia di Marina Gallandra: FRUTTO DI CLEMATIDE
 








IL "GIORNALE DI MERATE" MI TROVA PERPLESSO di Marco Bartesaghi

Non leggo abitualmente il Giornale di Merate, non penso che facendolo si riesca ad essere più e meglio informati su quello che succede sul territorio,anzi, in alcuni casi, come quello che vi sto per raccontare,si viene addirittura “disinformati”.
Il 5 novembre scorso  l’ho letto, perché un amico mi ha chiesto come mai avessi cambiato idea sulla fusione dei due comuni, o perlomeno avessi maturato le perplessità di cui aveva letto sul giornale.
Il settimanale aveva infatti  dedicato un’intera pagina ai due incontri organizzati dalle amministrazioni comunali di Verderio Superiore e Inferiore, per informare la cittadinanza sulla consultazione referendaria del 1 dicembre, in cui si deciderà se fondere o no i due comuni.
Alla serata di Verderio Inferiore era dedicato un ampio resoconto e alcune immagini: la panoramica della sala, il volto di Ferdinando Bosisio, presidente del “Comitato per il SÌ”, e quelli di cinque cittadini intervenuti nel dibattito. Il primo a sinistra ero io.
La didascalia, comune alle cinque fotografie recitava: “Marco Bartesaghi e alcuni verderiesi che hanno espresso perplessità sulla fusione”.
Non voglio parlare degli altri e delle loro “perplessità”, anche se mi sembrava che avessero fatto  domande per chiedere chiarimenti, senza per questo mostrare indecisione sulla scelta di voto.
Per quanto mi riguarda non ho fatto domande ma, allacciandomi al tema della possibilità che con un unico comune si potessero abbassare le tasse, ho espresso il pensiero che sia importante in questo momento essere il più uniti possibile perché al referendum il SÌ prevalga e si arrivi all’unificazione.
A primavera poi, ho continuato, quando ci saranno le  elezioni amministrative le forze politiche locali presenteranno i loro programmi e i loro progetti e ci diranno come intendono utilizzare il “tesoretto” (l’ho chiamato così suscitando un po’ di ilarità) maturato con la fusione. Qualcuno potrebbe utilizzarlo per ridurre il peso fiscale, qualcun altro per migliorare i servizi: ognuno di noi sceglierà chi votare.
Forse è un mio limite ma non ho perplessità sulla fusione: non ne ho avute nel 1993 né nel 2003, tanto meno ne ho oggi quando non c’è uno straccio di oppositore che sappia indicare una motivazione valida per dire NO o che sappia almeno far maturare un dubbio.
Come abbia fatto il giornalista del Giornale di Merate a captare le mie perplessità è un mistero, che però non mi stupisce più di tanto: in quel ambiente, si sa, con le notizie sono piuttosto creativi.
Nella stessa pagina un altro articolo e un’immagine si riferivano alla serata di Verderio Superiore: peccato che la fotografia fosse stata scattata alla serata di Verderio Inferiore.


Marco Bartesaghi


CON LA FUSIONE TUTTO QUESTO SARA' NOSTRO di Marco Bartesaghi


Cari amici, abitanti di Verderio
l'uno dicembre prossimo dovremo esprimere, in un  referendum, il nostro personale parere sull'idea di fondere i due comuni che ci ospitano in uno solo e chiamarlo Verderio. 


Io voterò SÌ, lo dico subito per rimuovere qualsiasi ambiguità da questa chiacchierata. Voterò SÌ per tutti quei motivi che, soprattutto gli amministratori in carica, in queste settimane ci hanno illustrato..
Motivi chiarissimi e convincenti, ma io voterò SÌ anche per un'altra ragione di cui vi voglio parlare.
La ragione è che come cittadini di "Verderio Senza Aggettivi", saremo più ricchi, perché abitanti di un territorio più ricco e più bello, di quanto siamo oggi, abitanti solo di un "Verderio Con l'Aggettivo" (io Superiore)
 

Se mi seguite in bicicletta ve lo dimostro.


La "curt di Spirit", entrata da via Angolare





Partiamo da casa mia, in via Angolare a Verderio Sup. La corte dove abito è detta "di Spirit" ed è il centro del centro del paese. Ha due entrate, una da via Angolare; l'altra da via Fontanile. In  mezzo una torre, di cui sarebbe bello scoprire le origini. 






Sopra un ampio arco, all'interno della corte, c'è un'immagine sacra raffigurante San Sebastiano e la Madonna Addolorata, trafitto da frecce lui, da spade lei. Un sant' Antonio Abate purtroppo è andato perso recentemente. Sarebbe bello che qualcuno lo ridipingesse.







Il lavatoio in origine alimentato dalla Fonte Regina

La prima tappa non può che essere qui, al lavatoio costruito nel 1895 e alimentato dalla Fonte Regina, l'acquedotto fatto costruire dalla famiglia Gnecchi. Perché non si può che partire da qui? Perché è colpa della Fonte Regina se i due comuni, nel 1905 si sono divisi, e finora non sono stati capaci di riunirsi. Come successe? Nel 1896 i consiglieri comunali della "frazione" Verderio Inferiore (il comune era stato unificato nel 1872) chiesero che fossero prolungate le condutture dell'acqua fino al loro territorio. Il sindaco in carica, Francesco Gnecchi Ruscone, appoggiato dai consiglieri della frazione di Verderio Superiore, rispose NO. Fu la rottura che di lì a poco (1898) portò alla divisione dei bilanci delle due frazioni e, nel 1905, alla separazione dei comuni. Sembra, ma questa è una notizia da verificare, che il Conte Annoni, per quella vicenda non abbia più messo piede a Verderio Superiore.










Altro "cimelio" legato alla Fonte Regina è la fontana all'angolo fra via Sant' Ambrogio e via Rimembranze. Dietro la fontana il Municipio, uno dei due palazzi di cui il comune di Verderio potrà disporre.















È stato costruito nel 1910, grazie al finanziamento dei signori Gnecchi. Per molti anni, oltre agli uffici comunali, ha ospitato anche le aule scolastiche.






Adesso entriamo nel giardino pubblico, passiamo davanti alle scuole elementari, che abbiamo costruito insieme negli anni scorsi, ...




... e arriviamo al parco di Nettuno. Si chiama così perché in mezzo c'è una fontana con la statua del dio del mare attorniato da cavalli. È stata messa lì negli anni venti del novecento, per iniziativa di Vittorio Gnecchi, un musicista che ha avuto un certo peso nella storia della musica del novecento e che recentemente è tornato a far parlare di sé, dopo un lungo periodo di oblio.






Sediamoci per un attimo sul bordo della fontana e guardiamo verso la grande villa che occupa tutta la visuale: Villa Gnecchi. Oggi la chiamiamo così perché a questa famiglia è appartenuta fino a quando, negli anni sessanta dello scorso secolo, è stata trasformata in un condominio. Prima ancora però, fino al 1888, apparteneva ai conti Confalonieri e, prima ancora, ma molto prima, fino al 1651, era degli Airoldi. A questa famiglia apparteneva anche la villa che vedete a destra, più sobria della prima. Essa nel 1661, passò ai marchesi Arrigoni e infine, nel 1842, ai Gnecchi (attraverso un loro zio Giacomo Ruscone, che l'aveva acquistata nel 1824). Lo so che queste sono proprietà private e quindi non appartengono a noi cittadini, però almeno della loro vista possiamo goderne tutti.






Questo platano è una meraviglia, siete d'accordo? Pensate: uno sconosciuto contadino, più di cento anni fa  ha piantatoun albero che oggi è così maestoso e bello. Un risultato che, peraltro, il nostro anonimo eroe - a differenza dei pittori con i loro quadri o gli scrittori con i loro libri - non ha avuto modo di ammirare.
Potremmo dedicargli una lapide, magari con queste parole:


ALLA MEMORIA
DELL'IGNOTO CONTADINO
CHE COMPIENDO CON PERIZIA
IL SUO LAVORO
    CI HA REGALATO   
QUESTO SPLENDIDO PLATANO






Questo edificio è l'aia, dove i contadini portavano il raccolto ad asciugare. Fu costruito verso la metà del XIX secolo dalla famiglia Confalonieri. Oggi, restaurato a regola d'arte, è sede di una ditta di Verderio, la COVERD.








Eccoci a "La Salette", la cascina che prende nome dalla località francese dove nel 1846, dieci anni prima della sua costruzione, la Madonna sarebbe apparsa a due giovani pastori. Era conosciuta anche come "Casjna rigada", per le righe orizzontali delle due torri laterali, motivo decorativo ripristinato nella recente ristrutturazione. Nei due libri, "La Salete"e"Quand serem bagaj", Giulio Oggioni, che vi è nato, ha scritto tutto quello che si può sapere su questa cascina.


Sul muro di questo edificio, che era un rustico della azienda agricola Gnecchi e ora è un centro ricreativo comunale con parco giochi, è murata una lapide in memoria dei 5 fratelli Milla, una famiglia di ebrei arrestata a Verderio, deportata ad Auschwitz e lì assassinata. Questo è un tragico fatto della nostra storia di cui penso non ci si debba dimenticare. 





il parco con la Fontana di Meleagro


Negli anni venti del novecento, Vittorio Gnecchi, il musicista che abbiamo già incontrato per la fontana di Nettuno, volle ampliare lo spazio della villa dedicando a parco questo terreno che era già di sua proprietà. Fece piantare la carpinata sul lato attiguo alla strada che porta a Paderno d'Adda, addobbò il lato opposto con una serie di statue su robusti piedistalli e, all'estremità del parco, fece installare una scenografica fontana a cui si arrivava attraverso due file di cipressi. Al centro della fontana alcune sculture rappresentano la caccia al cinghiale da parte di Meleagro, eroe greco, e della dea Atalanta. Guardate in questa fotografia come era il parco in origine. Ora, dopo anni di abbandono (il parco è privato) e varie ruberie, è ridotto come lo vedete. Recentemente i proprietari l'hanno dato in comodato al comune e quindi si dovrà fare in modo che riacquisti almeno un po' dell'antico splendore e che possa essere usato da noi cittadini (se vuoi saperne di più, su questo blog, il 7 maggio 2010, ho scritto un articolo intitolato LA FONTANA NASCOSTA: lo trovi sotto l'etichetta "Villa Gnecchi").








Adesso ci aspetta una lunga pedalata sulla strada sterrata per l'Airolda...















Eccoci arrivati. Cascina Airolda è una delle più antiche di Verderio: nel 1512 le monache agostiniane, che ne erano proprietarie, la cedettero agli Airoldi; poi, con la trafila di cui abbiamo già parlato, passò ai Confalonieri e quindi agli Gnecchi. L'aspetto attuale risale però al 1858 ed è il risultato di un ampliamento voluto dai Confalonieri.


Del 1858 dovrebbe essere anche questa grande croce di ferro, il "crusun", posta vicino all'Airolda.










Altra lunga pedalata, attraverso il parco Adda Nord, di cui facciamo parte dalla seconda metà degli anni novanta del novecento...





... passiamo davanti all'edicola sacra dedicata alla Madonna degli Angeli (ridipinta recentemente da una nostra concittadina, Delia Zambelli), ...












... lasciamo a destra due cascine: la Malpensata, più antica, meglio conosciuta come "Casinéta",...






... e la Isabella, costruita nel 1871, in occasione delle nozze di Francesco Gnecchi e Isabella Bozzotti ....







.... imbocchiamo via Brugarola  per arrivare ...






... alla Cascina Brugarola, antico edificio, nella cui corte c'è una piccola chiesa dedicata a Sa Giovanni Battista.









Eccoci nel territorio della "Bergamina" che comprende tre cascine: Bergamina, Bice e Növa. Questa è, secondo me, la zona più bella di Verderio (e intendo "tutta" Verderio!), quella che, uniti, dovremo salvaguardare con "le unghie e con i denti".





Della Cascina Bergamina si ha traccia nei documenti fin dal 1427. L'impianto attuale risale però ai primi del settecento, quando apparteneva alla famiglia Annoni, che la cedette agli Gnecchi nel 1933. Più che una cascina è una casa padronale con annesso l'edificio rurale, adibito, sotto la proprietà Gnecchi, all'allevamento di cavalli. Pare che qui, nel 1952, sia nato "Molvedo", cavallo mito, insieme al padre "Ribot", dell'ippica internazionale (un appello: chi avesse informazioni su questo argomento, per favore mi contatti. Grazie.).
Se vuoi saperne di più su questo edificio, cerca nel blog, sotto l'etichetta Edifici Rurali, l'articolo di Guido Roveda intitolato "Cascina Bergamina. Vicende storiche" (2 luglio 2010).



















Alla Bergamina c'è uno splendido esemplare di Pterocaria Fraxunifolia, albero conosciuto anche come noce del Caucaso













Cascina Bice è stata edificata nei primi anni del '900 dai conti Annoni. Conserva ancora un forno a legna nel vano scale, forse unico esempio rintracciabile nel nostro territorio, e due immagini sacre in gesso, Maria col Bambino e San Giuseppe. Sul retro della Bice una piccola cascina conserva altre due statue: S.Teresa, a cui lo stabile è dedicato, e S. Antonio Abate.








La Cascina "Ca Nova" è stata costruita nella seconda metà del XIX secolo. Ancora oggi è adibita, almeno in parte, all'allevamento.

 Da qui potremmo tornare indietro per la strada asfaltata e raggiungere il centro più comodamente, invece imbocchiamo la Strada Consortile delle Vignasce e attraversiamo un ampio territorio agricolo , che fa parte del Parco del Rio Vallone, ....










... passiamo vicino ai ruderi dell'antica cascina Fornacetta ...





... e ci fermiamo sulla strada per Aicurzio, ad ammirare il nostro paese da questa posizione. Ragazzi, ne abbiamo di spazi da salvaguardare!!





Cimitero di Verderio Inferiore
 

Eccoci a uno dei due cimiteri di Verderio: entrambi della fine dell'ottocento, sono i più accessibili archivi fotografici e anagrafici del paese. Quante volte ho dovuto ricorrervi per una data, di nascita o di morte, e per un'immagine. La cremazione, che sta prendendo decisamente piede, mi preoccupa per due aspetti: quello ecologico, perché si tratta pur sempre di una combustione, e quello della memoria, perché si rischia di perdere ogni traccia delle persone che sono vissute nel paese.
 




Cimitero di Verderio Superiore


















Mi fermo a questo incrocio, vicino al semaforo,e guardo in su, verso piazza Annoni. Non posso non pensare a una vecchia cartolina ripresa da questa posizione e notare, come da qui poco sia cambiato (naturalmente se ci si avvicina ci si accorge che non è proprio così)






Percorrendo via Roma (è in salita, si fa fatica), incontriamo a destra la "curt de la palasina",





a sinistra la "curt di Scupei"
e la "curt di Stalet"

Il "Palass"




Siamo in piazza Annoni, davanti al "palass", il Palazzo, cioè la villa che fu dei conti Annoni, in seguito suddivisa in appartamenti.

Al suo interno è murata una lapide che ricorda la Battaglia di Verderio, combattuta il 28 aprile 1799, fra gli austro - russi, che la vinsero, e i francesi. Questo episodio, che vide l'esordio di Verderio nella  Grande Storia, è ricordato anche in altri due luoghi: vicino alla cascina Francolino, con una lapide alla memoria di un ufficiale caduto, e vicino al "Platano", con una colonna in ricordo di tutti i morti della battaglia.





Girandoci verso sinistra vediamo la bella facciata sud della "curt növa", risultato di un recente restauro realizzato da Beatrice Fumagalli e Gigliola Negri. Nella facciata, una nicchia con la statua della Madonna e, sopra, una bella meridiana.








Un altro quarto di giro a sinistra e troviamo il monumento ai caduti, con una scultura di Giuseppe Mozzanica, inaugurato il 4 novembre 1961.







 
Eccoci davanti alla bella facciata della chiesa parrocchiale dedicata santi Nazario e Celso. In posizione un po' defilata, la chiesa è stata orgogliosamente costruita e finanziata dai parrocchiani nel 1905.







Imbocchiamo via Tre Re ...






 



Lasciamo a sinistra un ampio spazio sterrato su cui si affaccia l'abside della chiesa ...















... prendiamo via Cesare Battisti e ci fermiamo davanti alla Scuola Materna Intercomunale, un altro servizio che abbiamo conquistato insieme. Qui prima c'erano le scuole elementari e, prima ancora, il municipio.










Siamo di nuovo in via Tre Re. Pedalando incontriamo , a destra e a sinistra gli archi di accesso alle diverse corti. Fra queste...





la "curt di Tulet", con l'edificio centrale con portico e due loggiati



 E la "curt di Scarsit" con il bel pozzo centrale, coperto da una tettoia sorretta da quattro pilastri.





Proseguendo per via Tre Re ci imbattiamo in Villa Gallavresi, l'altro palazzo comunale. Sede della biblioteca - uno dei primi servizi intercomunali - che con la fusione diventerà più grande e più bella.
La villa ottocentesca era di proprietà della famiglia Gallavresi, un cui esponente, Giuseppe (1879 - 1937), docente di storia presso la Regia Università degli Studi di Milano, fu il primo sindaco di Verderio Inferiore dopo la separazione del 1905. 



via Rimaambranze


Via Tre Re, che riprendiamo per continuare il nostro tour, dopo il "confine" diventa viale Rimembranze. Questa strada fu pensata quando Verderio faceva ancora parte del regno Lombardo Veneto. Il primo progetto prevedeva infatti la posa di un monumento in ricordo della visita in Italia di sua maestà l'Imperatore d'Austria. Ma la realizzazione della strada tardò, la Lombardia entrò a far parte del Regno di Sardegna e l'idea del  monumento fu, ovviamente, accantonata. Purtroppo non si trova neanche il progetto, che pure doveva essere stato presentato.
 
Comunque, il collegamento così breve e diretto fra i due paesi è la fotografia dell'assurdità della loro separazione.





 Questa è la chiesa parrocchiale dedicata ai santi Giuseppe e Floriano. Consacrata nel 1902, conserva alcune opere d'arte di pregio, soprattutto un polittico del 1499 dipinto da Giovanni Canavesio. Nel 2002, in occasione del centenario della costruzione, è stato realizzato un libro che penso sia ancora in vendita presso la casa parrocchiale.


 

 In un angolo del sagrato il monumento ai caduti.


Siamo quasi alla fine del giro. Vi segnalo ancora  ...







l'Asilo Giuseppina, del 1891 ....


 ... e due edifici gemelli:



 ...  quello a sinistra era l'ambulatorio e ora è una sala comunale dedicata al dottor Zamparelli, medico condotto molto amato da entrambe le nostre comunità;

 quello  a destra, oggi villetta privata, un tempo era la Maternità.


Ora mi avvio verso casa ....


 



passando da piazza Roma e via Fontanile, dove ci sono gli ambulatori e le case comunali.
 

Sono arrivato, vi saluto e mi raccomando:



 VOTATE Sl'
ALLA FUSIONE DEI DUE COMUNI
COSl' PRESTO INSIEME POTREMO DIRE
CHE TUTTO QUESTO E'
"NOSTRO"

E non come adesso, reciprocamente, metà nostro e metà vostro.
Ciao, Marco