domenica 20 ottobre 2013

UN ARCOBALENO NEL DESERTO. Intervista a suor Carla Barelli di Stefania Raspo

Questa intervista è stata pubblicata il 12 marzo 2012 sul blog "La Missione in tutti i sensi: guarda, tocca, annusa, gusta e ascolta la Missione".
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UN ARCOBALENO NEL DESERTO di Stefania Raspo
 
Intervistiamo suor Carla Barelli, "forse sono parente lontana di Armida Barelli, chi lo sa..." dice, scherzando sul suo cognome, lo stesso della fondatrice dell'Azione Cattolica Italiana. Ha lavorato alcuni anni nella clinica Santa Rosa in Florida (Buenos Aires), il primo ambito missionario delle MC arrivate in Argentina nel 1951. Nel 1991 è stata destinata alla nascente comunità di Poopo (Bolivia). Ci racconta l'avventura dell'arrivo via terra alla missione e ci fa vibrare con la sua testimonianza, profonda e appassionata, sull'incontro e cammino con il popolo Quechua. 
 
 

 
Quando sei arrivata in Argentina?
Sono arrivata nel 1978.

Quale fu la tua prima comunità?
La prima fu quella di Merlo (che all’epoca era la casa regionale, n.d.r.) dove appresi un poco di castellano.

E quanto tempo sei rimasta lì?
Da luglio fino a gennaio, quando sono andata  lavorare nella maternità di Florida.

Florida! E’ la stessa maternità dove hanno lavorato le nostre prime sorelle, appena giunte in Argentina?
Si. Il nostro problema delle sorelle infermiere era sempre lo stesso: arrivando qui, con il diploma italiano, bisogna rifare tutti gli esami per poter praticare la professione. Siccome i dottori di questa maternità ci conoscevano bene, e sapevano che arrivavamo preparate e con esperienza di lavoro, ci assumevano con il titolo di studio italiano.

Quante sorelle lavoravano in questa maternità?
Eravamo in quattro: una in emoterapia, una in pediatria, una in ginecologia e io in sala parto.

Come era quest’ambiente, anche all’inizio, nel 1951?
Era una maternità di quartiere, gestita dal comune di Vicente López, in una zona povera. La gente che veniva lì, viveva nei quartieri poveri, le villas. Noi ci trovavamo bene, lì c’era anche una cappella della parrocchia nella quale partecipavamo alla vita pastorale. Un ambiente bello, anche nel rapporto con i medici. Poi, cambiando la persona, i fini, altre idee di fondo…

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