venerdì 31 maggio 2013

ANNI SETTANTA A VERDERIO E NON SOLO di Marco Bartesaghi

Come fa uno come me, che alla fine degli anni settanta aveva meno di trent'anni, a non averne nostalgia? Non può e così , di quel periodo, preferisce vedere i lati buoni, che ci sono stati e sono stati tanti, e non si rassegna a guardare solo quelli cattivi, anch'essi tanti e, purtroppo, alla fine,  prevalenti.
Naturalmente il giudizio di "buono" e "cattivo" è in gran parte soggettivo e quindi è meglio essere chiari: quella che segue non è che la mia classificazione.
 

Buona è stata la spinta alla partecipazione e all'impegno politico, che ha coinvolto tanti, e che aveva come motore il movimento operaio che "lottava", parola ormai desueta ma allora molto in voga, per i diritti sul posto di lavoro, ma anche per diritto alla salute, in fabbrica e fuori, per il diritto allo studio, allargato a tutte le classi sociali, per il diritto alla casa.

25 marzo 1976 - Sciopero in via Cavour a Lecco

Buona è stata la prima affermazione di alcuni diritti civili: il divorzio, l'obiezione di coscienza. Ma anche dei diritti dei cittadini soldati, dei cittadini carcerati, dei cittadini "matti".
 

Buona è stata l'esplosione del femminismo, che ha sconquassato ruoli predefiniti e all'apparenza irremovibili e che, volenti o nolenti, ci ha cambiato tutti; che ha messo in piazza la realtà celata, ma esistente da sempre e molto diffusa, dell'aborto clandestino, rivendicando strumenti che permettessero di affrontarla alla luce del sole.
 

Ma buoni sono stati anche i tentativi di trovare strade nuove in tanti ambiti. Chi le cercava nella chiesa e chi in se stesso, magari partendo per l'India; chi sperimentava nuovi modi di vivere insieme, le "comuni" o le comunità di servizio. Alcuni di questi tentativi, con adattamenti successivi, sono sopravvissuti, altri no.


 


E i lati "cattivi"?
Lo schematismo, soprattutto nell'impegno politico, che spesso ci impediva di vedere il lato positivo anche nell'impegno degli altri.
La violenza diffusa, alla quale reagivamo solo parzialmente, non condannando quella della nostra parte con la stessa decisione con cui condannavamo quella degli altri.
Il terrorismo, che di questa violenza, è stato l'apice e che ha coperto e soffocato tutto quanto di buono in quegli anni era nato e aveva tentato di farsi strada.
L'eroina, che a un certo punto ha assorbito tanti che poco prima erano fra i più impegnati politicamente, e via via ha intrappolato ragazzi e ragazze sempre più giovani.

 
Giugno 1974 - Manifestazione, a Lecco,davanti allo scatolificio Pagani, occupata dagli operai contro la sua chiusura


Tutto questo, e molto altro, sono stati "gli anni settanta".
E a Verderio, di cui ho saputo l'esistenza nel 1978, un anno prima di sposarmi, cosa succedeva in quel decennio?
Sono curioso di scoprirlo e voglio farlo, cercando di farmelo raccontare da chi lo ha vissuto, in un modo o nell'altro e ne mantiene il ricordo.

Comincio occupandomi di "Verderio Giovane", una vicenda che ha aspetti coerenti con le scelte di quegli anni: l'impegno sociale, la partecipazione, la voglia di discutere di tutto e di allargare gli orizzonti. Altri aspetti sono invece anomali: Verderio Giovane, almeno da quanto mi hanno raccontato, era un tentativo di tenere insieme giovani non omogenei politicamente:   negli anni settanta, e questo è un altro aspetto negativo,  era molto più normale dividersi.



*** La prima e la terza fotografiasono tratte da: "ARCHIVIO FOTOGRAFICO DEL LAVORO - Lecco e il suo territorio" a cura di A. Benini, A. Borghi, V. Galli, C. Pozzoni, ed. Franco Angeli, 1986.
La seconda da: FOTOGRAFIA ITALIANA, 1921 - 1971, cinquant'anni con i lavoratori per la libertà verso il socialismo

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