venerdì 13 luglio 2012

STRACCIVENDOLO - STRASCEE di Anselmo Brambilla

Ul strascee passava di frazione in frazione, con un carretto trainato da un asinello, e raccoglieva di tutto; rottami, stracci, ossa,  e altro,  materiali che poi a sua volta rivendeva ai laboratori che li trasformavano in beni di consumo. Sovente raccoglieva anche pelli di animali, specialmente dei conigli, e delle talpe. Anche la pelliccia di questo roditore un tempo veniva utilizzata per fare berretti o altro.  La cattura e la preparazione delle pelli era compito principalmente dei ragazzi, che le catturavano ponendo delle trappole nei cunicoli che le talpe scavavano nel terreno.
Non ho mai capito perché si chiamasse straccivendolo, visto che lui gli stracci non li vendeva ma li comprava.. ma misteri del popolo.



Anselmo Brambilla

Il disegno è di Sara Bartesaghi

RACCONTO SULLA VITA CONTADINA di Livia Colnaghi

Su mia richiesta, la sig.ra Livia Colnaghi, cugina di primo grado di mio padre, mi ha gentilmente concesso di pubblicare questo suo racconto. La ringrazio di cuore. Beniamino Colnaghi

Scrivo una storia lontana nel tempo. Racconto come vivevano i contadini nel ‘900.

All’alba, prima che sorgesse il sole, i contadini si recavano in campagna a lavorare la terra.

Cercavano di rendere fertile il terreno, ma questo richiedeva molta fatica, si dovevano togliere le pietre che impedivano la coltivazione e spianare il più possibile il suolo per assicurare l’irrigazione e ottenere un buon raccolto. Dopo aver compiuto questo lavoro i contadini si sentivano più legati alla terra: uomo e natura erano segreti potenti.






Per leggere il resto del raconto vai al seguente indirizzo: http://colnaghistoriaestorie.blogspot.it/