lunedì 13 febbraio 2012

MADONNA CON BAMBINO o REGINA PACIS A CASCINA SAN CARLO di Marta Cattazzo

LOCALITA': Verderio Superiore
UBICAZIONE: Cascina San Carlo (Casina del Curat), via San Carlo 6
ICONOGRAFIA: Madonna con Bambino o Regina Pacis
COLLOCAZIONE: portico; a destra del vano scale; da terra cm. 180
DIMENSIONI: cm 78x140
PROPRIETA': privata; la corte





Fig. 1 Immagine ridipinta (foto 2001)





DESCRIZIONE
L'immagine della Madonna risulta essere stata dipinta direttamente sopra la precedente, come mi ha confermato lo stesso autore Garzotti, il quale sostiene di non aver cambiato l'impostazione sottostante, poiché aveva l'intento di ritoccare unicamente i colori. Purtroppo mi è stato impossibile recuperare una qualsiasi documentazione fotografica  a riguardo, per fare un esatto confronto, quindi dovrò esclusivamente basarmi sulla presente santella.
I colori sono decisi, accesi con una predominanza di toni blu, probabilmente meno accentuati nella precedente versione.



fig. 2 Immaginetta raffigurante la Regina Pacis con Bambino


Iconograficamente l'immagine della Regina Pacis, come reca la scritta sottostante, è confrontabile con quella di un'immaginetta molto simile (fig. 2) come impostazione frontale sia della Vergine che del Bambino, il quale compare con la medesima inclinazione del corpo verso sinistra e il braccio opposto teso con il ramoscello di ulivo in mano.

fig. 3 Immagine originale di un'edicola di Bernareggio , particolare
Anche un'edicola che era a Bernareggio (fig. 3) presentava qualche analogia con questa di Verderio: gli sguardi rivolti verso l'osservatore, al quale va oltretutto l'invito alla pace, il  Bambino in braccio alla madre, sempre con un braccio reclinato e l'altro teso col rametto di ulivo, sebbene in questo caso il figlio fosse sul fianco di Maria.
Si potrebbe parlare dunque di uno schema abbastanza rigido dell'atteggiamento dei due corpi, ma non eccessivamente poiché può trattarsi indifferentemente di un busto come di una figura intera.





DATI STORICI INERENTI
La cascina fu realizzata dalla parrocchia in quanto necessitava di una nuova casa colonica.
Essa occupa infatti il terreno che faceva parte del beneficio parrocchiale. Il complesso consta di tre corpi: uno ad uso abitativo, gli altri adibiti a rustico, insieme formano una corte a T.
Il più remoto accenno circa la Cascina S. Carlo si trova nel Liber Chronicus redatto da don Luigi Galbiati (1847-1923) e risale al 1905; vi si parla di costruire un edificio “di 24 locali più le stalle, i ripostigli, ecc.” per spitare i “Coloni del Parroco” che, per mancanza di spazio, si erano dovuti rivolgere alla famiglia Gnecchi per avere delle abitazioni in affitto. Il capomastro risultò un certo Luigi Picciotti. L'atto formale di consegna della casa colonica
risale al 1907.
A quei tempi l'edificio era denominato Cascina S. Luigi. In seguito, quando nel 1923 a Don Luigi successe come parroco don Carlo Greppi (nato nel 1876), la cascina prese il nome attuale.
Per quanto riguarda la datazione della santella originale collocata nel portico della cascina, si può ipotizzare che, poiché la casa fu voluta dal parroco, un'immagine sacra difficilmente potesse mancare: il dipinto originale, quindi, potrebbe risalire esattamente al 1907.
Altra ipotesi potrebbe far coincidere la data della pittura al 1912: quell'anno, infatti, un fulmine colpì violentemente la casa in questione e un "Per Grazia Ricevuta" venne deposto presso la Grotta della Madonna di Lourdes situata fuori dalla chiesa parrocchiale, come ringraziamento degli abitanti della cascina per non avere subìto gravi danni. Anche questo fatto, avvenuto cinque anni dopo la costruzione dell'edificio, potrebbe aver spinto i residenti a voler dipinta l'immagine mariana a protezione della cascina e delle famiglie che vi abitavano.
La devozione a questa immagine è ancora viva, poiché segue la tradizione di soffermarsi davanti a recitare il rosario e partecipare alla messa un giorno del mese di maggio

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