lunedì 26 settembre 2011

I QUADRI AD OLIO DI LOUISE GREEN di Marco Bartesaghi




Louise Green è nata il 22 gennaio 1961 a Cardiff, nel Galles; è sposata e ha due figlie. Dal 1984, anno del matrimonio, vive a Verderio Superiore dove, dal 1999 al 2004, è stata consigliere comunale.
Insegnante di inglese, Louise, dal 1998, dipinge, per passione.




Perché dipingi?
Perché sento il bisogno di farlo: dipingere per me significa donare, trasmettere, comunicare. Dipingendo cerco di raccontare delle storie, grandi o piccole non importa: ogni mio quadro vuole essere un racconto.
Quando dipingi?
Quando sto bene, se non sono serena e armoniosa non riesco a fare un buon quadro.
Per molte artiste, creare significa esprimersi, comunicare emozioni o stati d'animo. Per me credo sia diverso: dipingo perché voglio "raccontare una storia", un evento che vedo in un paesaggio o una situazione particolare. In un ritratto o in un dipinto di personaggi, cerco di trasmettere il loro carattere, la loro anima. Provo la stessa cosa con la scrittura. Scrivo banali racconti, episodi, riflessioni perché la cosa che mi spinge è il desiderio di condividere. Ho visto diverse mostre, soprattutto di donne le cui opere trasmettono molto dolore: fino ad ora io non provo il bisogno di  raccontare cose negative, semplicemente cose interessanti o gioiose.
Trovo divertente lavorare con la musica di sottofondo perché mi dà il senso del movimento, del ritmo, della leggerezza: è come ballare con il quadro ...
Cosa ti ha spinto a dipingere e come hai iniziato?
Mi ha spinto l'amore che ho sempre avuto per le arti visive e il desiderio di esprimere le sensazioni  che vivevo. Ho iniziato frequentando, per 4 o 5 anni, le lezioni di Massimo Bollani, alla sua scuola di Cernusco Lombardone. Da un'amica, Leda, ho appreso la tecnica dell'acquerello.
Olio e acquerello: utilizzi, o vorresti utilizzare, altre tecniche?
Mi piacerebbe conoscerne altre ma, soprattutto, vorrei imparare a modellare la creta.
E fra olio e acquerello hai una preferenza o dipende dal momento?
Non ho una preferenza. L'acquerello è più difficile tecnicamente ma è più pratico, meno "ingombrante, più facile per quando sei in vacanza. Regalare un acquerello poi è meno invadente che regalare un quadro ad olio. Questi gli aspetti "pratici", quotidiani.
Dal punto di vista delle sensazioni l'acquerello è più leggero, meno coinvolgente, più distaccato. Rispecchia il carattere del nord Europa, quello delle mie origini: dà il senso del rispetto dello spazio degli altri ed è meno invadente rispetto al loro gusto.
Dipingere ad olio ti coinvolge invece a tutti i livelli: ti emoziona, ti appassiona, ti gratifica. Uso un pennello grande o una spatola.  Con la spatola entro veramente dentro il quadro e mi sento di modellare e di essere veramente un "tuttuno" con il soggetto.
L'emozione è molto coinvolgente.  Dopo aver lavorato per alcune ore con la spatola sono davvero gratificata, a volte addirittura sfinita.



Cosa ti piace dipingere: paesaggi, oggetti, personaggi, corpi?
Paesaggi sì; oggetti no; personaggi e corpi sì.
Dipingi dal vivo o usi la macchina fotografica per fissare il soggetto su cui vuoi lavorare?
Tutte e due le cose.
Come scegli un soggetto?
Parto solitamente da un aspetto della natura: la stagione, il colore del cielo, il vento.
Mi piace camminare nel tempo libero e adoro osservare e cogliere lo stato della natura, i suoi colori, l'intensità del cielo, e il vento, che al mare è spesso protagonista.  Tutto questo agisce come filo conduttore nel quadro.  A volte sono ispirata da fotografie o immagini di riviste o giornali. Personalmente ritengo che il colore sia fondamentale, mentre la forma emerge soprattutto nei quadri informali. Nei soggetti astratti non è una questione di corrispondenza con un'immagine, ma piuttosto un'irrazionale spinta interiore.
Una volta che l'idea si è formata cominci subito a lavorare?
No, prima la sviluppo mentalmente, poi preparo dei bozzetti e poi comincio a lavorare al quadro.
Quando inizi il lavoro vai avanti fino alla fine o ti interrompi?
Per un quadro ad olio mi devo per forza interrompere perché ci vogliono più giorni per portarlo a termine. Però lo riprendo il giorno dopo: se l'interruzione è troppo lunga perdi l'azione, la carica con cui hai iniziato. Di solito un quadro ad acquarello si finisce in breve tempo.
Hai mai affrontato soggetti su commissione?
Sì. Qualcuno ha voluto che dipingessi un quadro adatto ad un determinato ambiente. Altri mi hanno fornito una cartolina o un'immagine a cui ispirarmi.
E ritratti dal vivo?
Solo quando ho frequentato il corso da Bollani.
A fine lavoro sei, in genere, soddisfatta o no?
Dipende. A volte parto con aspettative eccessive e allora alla fine sono insoddisfatta. Quando invece affronto il lavoro con un po' più di leggerezza, alla fine sono più contenta.
Durante la lavorazione accetti volentieri suggerimenti e critiche?
Sì, sono soprattutto le mie figlie (anche mio marito, ma un po' meno) ad intervenire: solitamente sono puntuali nei consigli e trovano le osservazioni giuste. Io ascolto e, se condivido, intervengo.
E se ti criticano a fine lavoro?
E no: lo potevano dire prima. A fine lavoro li mando a cagare!
Che rapporto hai con i tuoi quadri: te ne distacchi facilmente? Li vendi?
Di quelli che ho in casa, che fanno parte della mia "famiglia" sono molto gelosa, non li darei via per nessun motivo (anche farteli fotografare per il blog, sinceramente, è per me una fatica e mi costa...). Dagli altri quadri, che faccio per amici o parenti, sono più distaccata.
"Verderio" potrebbe essere un tuo soggetto?
Sì, ci ho già pensato e penso che prima o poi realizzerò qualcosa.
Nelle seguenti immagini i quadri ad olio che Louise conserva in casa sua . La ringrazio per avermi concesso di fotografarli e pubblicarli. In una prossima occasione presenterò i suoi acquerelli. Cliccando sulle immagini le potete ingrandire.

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