domenica 18 luglio 2010

"SALIN" di Marco Bartesaghi


 "SALIN" IN PRIMO PIANO RIPRESA DA VILLA ANNONI - DE ANGELIS


L’ultima casa che si incontra a destra di via Tre Re, venendo da Verderio Inferiore a Verderio Superiore, è conosciuta, in entrambi i paesi, con il nome di “Salin”. È stata costruita tra fine ottocento e inizio novecento 

 IN QUESTA CARTOLINA DI INIZIO NOVECENTO "SALIN" E' LA
SECONDA CASA CHE SI VEDE A DESTRA
DELLA STRADA CHE UNISCE I DUE PAESI

su un terreno, precedentemente coltivato a “vite e moroni” denominato “Riva di Sopra” ( “Riva di Sotto” era invece il nome del terreno di fronte, a ovest della strada e con un’altitudine di qualche metro inferiore) da Giovanni Sala di Ambrogio, un contadino - possidente , proveniente da Verderio Superiore dove aveva abitato nella “Curt del prestiné” (via Principale 9).


Il nome acquisito dalla casa, Salin, è legato naturalmente al cognome della famiglia, Sala, che l’ha costruita e abitata per tanti anni e dalla quale discendono, seppur con un cognome diverso, Comi, gli attuali abitanti.

Il nome che le diedero i suoi proprietari era però Casa Belvedere (o Villino Belvedere, come appare in alcuni documenti), certamente legato alla splendida vista che dal punto dove sorge, guardando verso ovest, si aveva, e in parte si ha, su Montevecchia e, quando il cielo è terso , sull’arco alpino, Monte Rosa compreso.

UN DISEGNO CON LA SUDDIVISIONE, NEL 1906, DELLA CASA "SALIN" 
FRA GLI EREDI DI SALA GIOVANNI

La casa, a pianta rettangolare, ha il lato maggiore disposto in direzione est – ovest e la facciata rivolta a sud, verso il centro di Verderio Inferiore. Il cancello che oggi la separa dalla strada è recente: prima vi si poteva accedere direttamente ed era fronteggiata, per tutta la sua lunghezza, da una bassa siepe. Anche il muro di confine con la villa Annoni – De Angelis non è nato con la casa, ma è stato costruito molto tempo dopo.

Nel 1906 l’ edificio venne diviso fra gli eredi di Giovanni: Angelo, Ludovica e Antonio. Poco dopo venne ampliato, con l’aggiunta verso est di stalla e fienile, poi trasformati in locali d’abitazione.


LA FAMIGLIA DI ANGELO SALA: ANGELO, IN PIEDI, DI FIANCO ALLA MOGLIE
ANTONIA RIPAMONTI. SEDUTA IN CENTRO LA FIGLIA MARIA


MARIA SALA CON IL MARITO
ENRICO COMI

Angelo, che sposò Antonia Ripamonti, ebbe tre figli: Giuseppe, Giovanni e Maria. I maschi morirono giovani. Maria sposò Enrico Comi di Lomagna ed ebbe, a sua volta, tre figli: Angelo, Giuseppina, Alessandro.

















COMI ANGELO


 ALESSANDRO COMI

Dopo la suddivisione del 1906, per la vendita da parte del fratello, Antonio, la famiglia d’origine non ebbe più, per un certo periodo, l’intera proprietà dello stabile, ristabilita poi dai fratelli Comi che oggi vi abitano.















ANTONIA RIPAMONTI ALLA GABBIA DEI CONIGLI



ENRICO COMI CON I FIGLI


Negli anni cinquanta del novecento, per una decina d’anni, un locale della casa fu adibito alla vendita di vino “da asporto”, non essendo prevista la mescita in loco: di fatto però fungeva da osteria, in quanto dal paese ci si trovava lì a bere vino e a giocare a carte come in una delle tante, incredibilmente tante, osterie presenti nei due paesi . Nella fotografia che segue, al tavolo all'esterno del locale si riconoscono, da sinistra:
- il suocero di Angelo Mapelli, da Montevecchia;
- Angelo Mapelli, titolare, con la moglie del locale;
- Mosè Acquati, contadino;
- Giuseppe Motta detto "Pinela", fratello del sacrestano, che aiutava durante le funzioni religiose;
- Giovanni Bonanomi detto "Ninu", falegname, nipote di Giovanni Stucchi, "Giuanéla", anch'egli falegname;
- Olimpio Motta, "Limpi", sacrestano e contadino.




Il riconoscimento delle persone del'immagine è dovuto a Tarcisio Sala, "Ciso", a cui la fotografia appartiene A lui devo anche l'aneddoto secondo cui la signora Agnese, "Gnesa del Salin", moglie dei Angelo Mapelli, quando andava a lavare i panni al lavatoio, "funtana", si portava una bottiglia di grappa da mescere alle donne che lavavano e a cui  allora era precluso l'accesso alle osterie. Così "Gnesa" arrotondava  l'incasso della giornata.

Marco Bartesaghi






 














 DUE IMMAGINI ATTUALI DELLA CASA




Questo articolo è stato possibile grazie all'aiuto di Alessandro Comi, di sua moglie e di sua figlia Carla. Mi hanno messo a disposizione il tempo, i ricordi, i documenti e le immagini. Li ringrazio di cuore.
Grazie anche a Tarcisio Sala per il suo contributo. 

1 commento:

  1. Se mi è permessa una precisazione, a Verderio quella casa posta a confine tra i due comuni era denominata Salèn, e non Salin, che francamente mi pare un po' troppo "milanesizzato" e non coerente con il dialetto locale.
    Mino

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