domenica 26 luglio 2009

LAGHETTO DI S. ROCCO di Anselmo Brambilla





Luigi de Magno Aulico Cesareo, (gentiluomo di corte di sua maestà il re di Spagna) fece scavare su un proprio terreno un fontanile per utilizzarne l'acqua sia per usi domestici, che per usi agricoli: l'irrigazione dei propri campi.
La quantità di acqua che sgorgava dalla sorgente non era pero tale da consentire una buona e continua portata, a momenti di abbondanza seguivano momenti di penuria così che alla fine il Magno decise di collegare il Fontanone alla roggia Annoni che nel suo percorso dal lago di Sartirana verso Verderio passava nelle vicinanze.
Ottenuto il permesso dai proprietari della roggia, che solo attorno al 1840 si chiamerà Annoni, nel 1600 si chiamava ancora Verderio, acquista due pezzi di terreno per farvi passare il canale di collegamento dal Fontanone alla roggia.
Un pezzo lo compra da tale Giò Angelo Albani, un altro pezzo, terreno a pascolo in zona denominata Brughiera di pertiche 1 e tavole 4 secondo la misura eseguita dal pubblico Agrimensore Antonio Bonfante, lo acquisisce in diritto d'uso al prezzo di 38 lire imperiali dalle proprietà collettive della Comunità di Merate.



Secondo l'accordo, sottoscritto fra il Magno e i sindaci rappresentanti della Comunità di Merate, la terra non diventava di sua proprietà ma egli otteneva solo il diritto di transito e quello di piantare sulle sponde del canale che andava a scavare delle piante per contenerle: pioppi, salici, onici (1) e altro.
Addirittura si prevedeva sul canale la costruzione, mai realizzata, di un mulino per il fabbisogno dei nobili e degli "altri uomini" della comunità di Merate. L'accordo aveva durata trentennale e quindi periodicamente doveva essere rinnovato dai titolari della concessione del diritto di passaggio del canale.
Infatti il comune di Merate, subentrato alla Comunità di Merate, ha continuato a mantenere il diritto al rinnovo della concessione con i proprietari del Fontanone di San Rocco ( laghetto di San Rocco) fino ad oltre la seconda metà del novecento.
Terminata la sua originaria funzione di uso irriguo, sparita la roggia Annoni che in parte lo alimentava, il laghetto viene di fatto abbandonato, anche se alcuni asseriscono che venisse usato come riserva di ghiaccio utilizzata dai nobili locali per conservare gli alimenti.

Anselmo Brambilla 15 marzo 2009




Archivio di Stato di Milano - Fondo notarile
Notaio Albano De Albanis di Milano -11 settembre 1600 - Fascicolo 395


NOTA
(1) L'atto è scritto in Italiano approssimativo, e quindi presumo che gli alberi in questione siano gli ontani, chiamati in dialetto brianzolo unisc che l'estensore dell'atto presumibilmente ha italianizzato in onici


1 commento:

  1. Gentile sig. Bartesaghi, avrei bisogno di poterla contattare via mail per chiederle delle informazioni relative alla fontana di Atalanta e Meleagro, ma purtroppo non trovo in questo blog un suo indirizzo, le sarei veramente grato se riuscisse a contattarmi al seguente indirizzo mail: speedytouch @ hotmail.it.
    La ringrazio e le porgo cordiali saluti.
    Paolo Gargantini

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