domenica 31 maggio 2009

MADONNA DEL BOSCO...MIRACOLO O FANTASIA POPOLARE!? di Anselmo Brambilla




La tradizione popolare assegna al Santuario della Madonna del Bosco, situato nel territorio di Imbersago, parrocchia di San Marcellino, un ruolo fondamentale nella iconografia della devozione Mariana della Brianza.

Generazioni di Brianzoli hanno visto per vari secoli nella Madonna del Bosco una protettrice e un consolatrice nei momenti difficili della vita quotidiana, ne fanno fede le migliaia di pellegrini che visitavano (e visitano) il Santuario e i numerosi ex voto lasciati come ricordo di grazie ricevute.

Per gli abitanti di molti paesi della Brianza e della Bergamasca , la Madonna del Bosco, era considerata un simbolo della protezione celeste e una speranza che ha accompagnato la vita di molte persone, alleviandone a volte le angosce e le sofferenze .

Come aveva risposto alla disperata invocazione di una madre, obbligando il feroce lupo ad abbandonare il bambino che aveva appena azzannato, e che in memoria dell'evento faceva maturare un riccio di castagne ai primi di maggio, avrebbe risposto anche alle invocazioni di protezione e sostegno che salivano dal popolo.



Ma al di là dell'aspetto mistico popolare legato alla fede nel sopranaturale, cosa sappiamo veramente del miracolo.

Le prime descrizioni delle circostanze dell'evento accaduto, secondo la tradizione il 9 maggio 1617 sono estremamente scarse, o quantomeno non sufficientemente esaurienti sul come si svolse.

Una versione , abbastanza attendibile, ci viene fornita dal notaio milanese Pietro Antonio Calcho (1) il quale in una specie di diario (2) su fatti successi in Brianza, nell'arco di tempo di circa una trentina d'anni, da tra le altre cose una descrizione del miracolo della Madonna del Bosco.



L'appunto del 4/6/1638 titolato

"Memoria della devozione alla Madonna del Bosco nel territorio di Imbersago cura di San Marcellino"
cosi recita:

Il 9 maggio 1619 la mattina fu ritrovato in quel luogo un riccio con dentro tre castagne verdi sopra l'albero et si cominciò a tenerlo per miracolo.

Et poi dissero alcune donne cioè una vergine et una vidua, haver ivi sentito suoni et canti et comincio ad essere frequentato questo luogo con elemosina.

Poi una tal donna Gorella di M° Giò Pietro da Sabbione sartore fu con fraude condotta da suo marito ad un certo precipitio sopra l'Adda in un luogo detto Pandino ed ivi percossa molte volte con una falce et poi gettata nel fiume.

Et questa qual haveva particolar devotione alla B. Vergine Maria et si bene dall'impeto dell'acqua fu condotta nelle ruote di un mulino tuttavia ne fu ritratta cosi ferita et bagnata et poi risanatasi.

Il P. Cristoforo Cotta cappuccino a San Rocho di Merate, esaminato bene il fatto inteso da queste donne, l'ebbe per miracolo et poi si raccomandò a questa devotione per una infermità et fu resanato, presentando poi una tavoletta in quel luogo.

Se vogliamo prestare fede alla descrizione fatta dal notaio Calcho qualche divergenza con la tradizione popolare la troviamo, il miracolo non è poi cosi evidente, e le tracce della presenza sopranaturale si fanno molto labili.

Delle castagne si parla come di un riccio verde, (cosa magari eccezionale ma non necessariamente miracolosa) e non di castagne mature pronte per essere raccolte come fin da bambini siamo stati abituati a credere.

Del lupo che azzanna il bambino e dell'apparizione della Vergine che , invocata dalla donna disperata, lo obbliga a lasciarlo non vi è traccia alcuna. (3)

Le uniche testimonianze dell'evento "miracoloso" ci vengono dalle affermazioni delle due donne, che dicono di avere sentito canti e suoni, dalla devozione della sventurata Gorella, e dalla affermazione del miracolo fatta dal cappuccino di San Rocho Cristoforo Cotta, che praticamente inizia con la tavoletta, la serie degli ex voto.

22/6/2003 Anselmo Brambilla



NOTE
(1) Pietro Antonio Calcho fu il più noto notaio di questa famiglia, che si suppone originaria di Calco. Esercitò dal 1606 al 1636 , occupò la carica di Fiscale Reale Generale del Ducato di Milano. Soggiornava spesso in Sartirana dove la sua famiglia possedeva case, poderi, e il lago

(2) Archivio Storico Lombardo - Capitolo varietà - Diario secentesco inedito di un notaio a firma Alessandro Giulini - 1930 - pagine 467-482 - Biblioteca Trivulziana - Milano

(3) Forse quest'ultimo particolare venne aggiunto a posteriori, essendo la zona solitaria, boscosa e infestata da lupi, può anche essere che in qualche circostanza sia successo che azzannassero dei bambini, e quindi la tradizione sia legata in un modo o nell'altro a vicenda reale ma successiva al fatto del miracolo

sabato 30 maggio 2009

CANOTTAGGIO - 5 -

BELLAGIO




LOPPIA, FRAZIONE DI BELLAGIO



VILLA MELZI







PORTO


PUNTA SPARTIVENTO

domenica 17 maggio 2009

S. SEBASTIANO E MADONNA ADDOLORATA IN "CURT DI SPIRIT" di Marta Cattazzo


PARTICOLARE DELLA " CURT DI SPIRIT"




IMMAGINE ORIGINALE (foto 2009)



Particolare di quello che rimane delle scritte descrittive, sopra: B.V. ...TA
(intuibile come B.V. ADDOLORATA) e sotto: SAN...RT. (probabilmente
vi era il nome esteso di SAN SEBASTIANO MART)






DESCRIZIONE

La tipologia di affiancare le sole due figure di un santo e della Madonna è rara, in quanto generalmenete le persone che occupano la scena sono tre, di cui la Vergine è posta al centro in posizione elevata e i due santi sono laterali. La rappresentazione a due è tipica, invece, nell'iconografia di alcune apparizioni mariane, come Lourdes o Caravaggio, per le quali la veggente è in posizione laterale all'immagine di Maria, ma nel contempo inginocchiata, quindi nettamente in venerazione e subordinazione alla Vergine.
Aspetti questi totalmente assenti nel dipinto preso in esame, poiché le persone sono entrambe in posizione eretta e affiancate: la Vergine Addolorata è sollevata di poco rispetto a S. Sebastiano mediante la presenza della nuvola sotto i piedi. Se non fosse per questo inserimento sembrerebbe inesistente qualunque gerarchia. Entrambe le figure presentano comunque i tipici caratteri di repertorio delle immaginette.
La curiosità, inerente allo strano accostamento di personaggi, mi porta a ipotizzare che il santo colpito dalle frecce, fosse stato affiancato non a caso alla Vergine Addolorata, la quale non è seduta con il corpo di Cristo sulle ginocchia, ma appare in veste di Madonna dei Sette Dolori, in piedi con ilcuore trafitto dalle profetiche spade. Entrambi, infatti, sono posti con aria tutt'altro che sofferente, pur colpiti da questi segni di dolore.
La lettura che un semplice contadino dava alle figure così rappresentate, poteva dunque essere quella del prendersi carico delle sofferenze e fatiche quotidiane, poiché c'era qualcuno che ne aveva avute di maggiori. Erano dunque dei modelli da guardare e pregare perché potessero sostenerli nelle varie difficoltà. S. Sebastiano non risultava essere unicamente il protettore degli animali da cortile (ruolo che del resto aveva in quanto la posizione così elevata gli permetteva di dominare tutta la corte), così come la Vergine Addolorata è in atteggiamento di presentare i suoi dolori, non il corpo del Figlio. Probabilmente è anche da considerare un legame con la Confraternita dell'Addolorata, presente in paese fino ad alcuni decenni fa.
Passando alla tavolozza del dipinto, essa è alquanto povera, poiché presenta unicamente pochi colori, come un blu, un rosso, il bianco, un bruno, con i quali il pittore, miscelandoli accuratamente, ha potuto ottenere diverse tonalità. Tuttavia, la posizione alquanto azzardata in altezza e, appunto, l'utilizzo di così poche tonalità cromatiche, mi fa supporre che l'autore possa essere stato un imbianchino.


MARTA CATTAZZO nota biografica

Marta Cattazzo ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Brera.

Si è diplomata nel 2002 con una tesi intitolata IL LINGUAGGIO DELLE IMMAGINI VOTIVE - Analisi di pitture murali nella devozione popolare della Brianza.

Per la sua ricerca Marta ha preso in considerazione le edicole sacre di Carnate, Lomagna, Ronco Briantino, Bernareggio, Verderio Inferiore e Verderio Superiore.

L'intera tesi è consultabile presso la Biblioteca Intercomunale di Verderio.

FRITTELLE DI ROBINIA di Manuela Bartesaghi

PORTONE DI CASCINA AIROLDA


E' tempo di fioritura per le robinie. Con mia sorella e mio cognato abbiamo raccolto i fiori, facendo attenzione che non fossero ancora molto aperti, lungo la Roggia Annoni, vicino alla cascina Airolda.
Lo scopo era di cuninare frittelle secondo una ricetta trovata da Manuela.



FIORITURA


RACCOLTA


I FIORI DEVONO ESSERE STACCATI DAI RAMETTI


INGREDIENTI:

fiori di robinia appena sbocciati, 150 g farina, un pizzico di sale, 1 bicchiere di acqua, 1 bicchiere di birra, 1 albume.

RICETTA:

togliere i fiori di robinia separandoli dal "rametto" e dalle foglie
mettere in una terrina la farina il sale e l'acqua tiepida e mescolare
aggiungere piano il bicchiere di birra
lasciare riposare almeno mezz'ora.

Aggiungere l'albume montato a neve.
Verificare la consistenza della pastella.

aggiungere nella pastella i fiori nella giusta proporzione
mettere la pastella e fiori ormai mescolati nell'olio bollente.
sgocciolare le frittelle e servirle caldissime.

LA COTTURA


I FIORI AVANZATI POSSONO ESSERE CONGELATI
E CONSUMATI IN UN ALTRO MOMENTO

CHIEDO SCUSA SE PARLO DI MARIA

Chiedo scusa anche di essermi appropriato, per il titolo, di un verso di Giorgio Gaber.
Maria, mia figlia, è tornata in Italia dopo due anni e mezzo trascorsi a Wayapacha, in Bolivia; ripartirà per la stessa destinazione verso la fine di settembre.
Wayapacha, è un villaggio di poche decine di famiglie, a 3040 metri di altezza sul livello del mare.



Gli abitanti si dedicano all'agricoltura, svolta con mezzi tradizionali: coltivano soprattuto patate e alcuni tipi di cereali. Allevano pecore, galline, qualche bovino.

Vivono in case, molto essenziali, costruite con mattoni di fango essiccati al sole. Il villaggio è provvisto di acqua potabile e luce elettrica. La scuola pubblica si occupa dell'istruzione elementare di bambini e bambine di Wayapacha e dei villaggi circostanti.


Con alcuni altri volontari dell'Operazione Mato Grosso (OMG) e alcune persone originarie del posto, Maria vive nella casa parrocchiale del paese. Il parroco, padre Valentino è un prete originario della provincia di Brescia, ordinato sacerdote in Bolivia, nella diocesi di Aiquile


La loro principale attività consiste nella gestione di una scuola di falegnameria per ragazzi dagli undici ai diciotto anni. Gli alunni, provenienti da villaggi anche molto distanti, trascorrono l'intera settimana, presso la scuola; alcuni fanno ritorno a casa solo per i periodi di vacanza.





Uno sbocco professionale di queste scuole è nelle cooperative di falegnami, nate su iniziativa dell'OMG sia in Bolivia che in altri paesi dell'America Latina dove sono presenti: Perù, Equador, Brasile.




Oltre che della scuola, Maria e i suoi amici si occupano dell'oratorio, frequentato nei fine settimana alternativamente dai bambini e dalle bambine della zona.





Un'altra attività importante consiste nel rilevare i bisogni delle persone, soprattutto anziani e soli, e cercare di soddisfarli: riparazione o costruzione di case, accompagnamento alle cure mediche in città, ecc.


L'Operazione Mato Grosso può sostenere queste iniziative in America Latina grazie alle attività che l'Operazione stessa riesce a organizzare qui in Italia. I gruppi presenti in varie località, anche a Verderio, svolgono diversi lavori : il ricavato è destinato al sostegno delle missioni all'estero.

Puoi contattare il gruppo di Verderio per i seguenti lavori: traslochi, imbiancature, sgomberi, verniciatura cancellate, giardinaggio, spaccatura e consegna legname.

Se hai bisogno puoi telefonare a Marco 039675186

sabato 2 maggio 2009

LA ROGGIA ANNONI E SUOI DIRITTI D'ACQUA di Anselmo Brambilla - seconda parte -






Percorso della roggia Annoni, già roggia Verderio anni '20



LE SPONDE DELLA ROGGIA SONO PERCORSE IN TUTTA LA LORO
LUNGHEZZA DA PIANTE, PER LO PIU', MA NON SOLO, ROBINIE.


Il laghetto di Sartirana, dal quale inizia, giace a sud est del paesello
omonimo, è circondato da terreni paludosi e prati di "lische", fra i quali, verso ponente si apre un canale artificiale che termina contro l'edificio

di derivazione della roggia che si intende descrivere.

Appena superiormente al detto edificio, questo canale è attraversato da un graticcio di ferro a pescaia fra pilastri di pietra, posto a cura e spese dell'attuale proprietario del laghetto.

Tale graticcio venne posto, per impedire il passaggio dei pesci nella roggia quando si estraeva l'acqua , e garantire il diritto di pesca al proprietario del laghetto sin dal tempo dell'originaria concessione del 27/4/1476.

Cinque metri e venti centimetri dopo il citato graticcio si trova:

Un incastro che da origine alla roggia, formato da spalle per l'imbocco e lo sbocco dell'acqua in pietra, da pilastri , ceppi e soglia pure in pietra, cosi come di pietra sono gli stipiti di scorrimento della paratoia di legno di rovere con dentiera di ferro alla base.

La paratoia misura in altezza metri 1,85 per una larghezza di 72 centimetri. Dotata di serratura , catenaccio e chiave, conservata dal "camparo" di questa roggia.

Assume il canale la direzione da levante a ponente con inclinazione verso mezzogiorno e dopo metri 4,85 troviamo:

Un ponte con spalle in pietra di "sarizzo"(1), sul quale passa la strada comunale che da Sartirana porta a Merate, ponte mantenuto, a quanto dicono, dal comune di Sartirana.

Prosegue la roggia nella direzione sopra accennata, dopo lo sbocco dal ponte si trova una palafitta d'assi e grossi pali, per sostegno di ambedue le ripe, della lunghezza complessiva di metri 140 mantenuta da questa proprietà.

CASCINA BRUGAROLA

Dopo metri 105 dal ponte, risvolta la roggia verso levante e prosegue in questa direzione per altri 218 metri, dove si incontrano ancora diverse porzioni di palafitte, alla fine della tratta si trova:

Un ponticello di pietra appoggiato su spalle di ciottoli, il quale serve per accedere ai fondi agricoli dei fratelli Massironi di Sartirana dai quali è mantenuto, anche se il diritto a tenere il ponticello non risulta da alcun documento.

Prosegue la roggia nella direzione verso levante, e dopo 153 metri ritroviamo di nuovo le palafitte di sostegno alle ripe, che proseguono cosi armate per altri 122 metri, dove la roggia risvolta più sentitamente verso levante con aspetti di tramontana, avendo ancora le ripe sostenute e armate di palafitte.

Percorsi altri 49 metri si trova, posto attraverso la roggia, un ponte con impalcatura d'assi che serve per comunicazione fra i campi di proprietà del principe Pio Falcò, dal quale viene mantenuto.

Prosegue la roggia nella stessa direzione, con le sponde armate e sostenute da palafitte come sopra, e dopo 200 metri percorsi in linea molto tortuosa si incontra:
Un ponte formato con spalle di ciottoli e cemento, e volta di cotto, sul quale passa la strada comunale da Merate a Sartirana, strada e ponte sono mantenuti da quest'ultimo comune.

Continua la roggia nella direzione verso levante, sempre con le sponde sostenute ed armate di pali di sostegno e palafitte per altri 37 metri, dove alla fine si trova:


UN CANALE CHE SI IMMETTE NELLA ROGGIA

Un incastrino in fregio sinistro della roggia, formato con spalle di pietra , stipi e soglia simili, cappello e paratoia di rovere, munita di serratura, catenaccio e chiave, che resta presso Giovanni Villa, "camparo" (2) di questa roggia. La paratoia ha la dimensione di metri 1,45 per 0,45.

Serve, questo antico incastrino, a derivare le acque della roggia e mandarle a favore di casa Pio Falcò , subentrato al conte Riva Andreotti nella proprietà , per l'irrigazione del pezzo di terra denominato il prato Grasso.

Nei modi e termini stabiliti in forza della scrittura di transazione 5/8/1755, vidimata dal dottor Giò Battista Bianchi, notaio di Milano già citato al precedente paragrafo delle ragioni d'acqua.



GRANITO SCANALATO PER
L'INTRODUZIONE DI UNA PARATIA

Dieci metri a valle dell'incastrino, si trova un ponte con spalle di ciottoli e volta in cotto, che serve per comunicazione dei fondi Falcò, la cui manutenzione spetta, a quanto si dice, a questa proprietà.

Prosegue la roggia nella direzione di levante, con inclinazione verso mezzogiorno, non incontrandosi più l'armatura di palafitte, e dopo metri 135 si trova il punto di confluenza, delle acque sorgenti dal capofonte, (3) detto il "fontanone"di San Rocco.

Descrizione del corso d'acqua che partendo dal "fontanone" detto di San Rocco arriva ad immettersi nella roggia Annoni

In origine questo "fontanone", specie di laghetto largo metri 5,40 e lungo metri 22, aperto come già detto nel 1600 e situato nel comune di Merate, era parte dei beni di ragione del conte Prinetti.

La direzione del corso d'acqua, che esce da questo fontanile, va da mezzodì a tramontana, e dopo 57 metri è attraversato da un ponticello di pietra usato per accesso pedonale ai fondi limitrofi, dai proprietari dei quali è mantenuto.

Si trova, in questa località un pozzo d'acqua sorgiva, le cui acque esuberanti vengono ad immettersi nell'alveo di questo fontanile.

Continua il corso d'acqua nella direzione da mezzodì a tramontana, e dopo 194 metri si incontra un ponte con spalle di ciottoli e volta di pietra con frontale di cotto, il quale serve per accesso campestre a diversi proprietari. Il ponte è mantenuto dalla proprietà Annoni.

Prosegue nella direzione da mezzodì a tramontana inclinando alquanto verso levante, e dopo metri 68 si incontra un altro ponte, con spalle ad arco di cotto, posto attraverso il corso d'acqua e sul quale passa la strada comunale che da Merate porta a Sartirana, tale ponte è mantenuto dalla proprietà della roggia.

Appena superato il ponte, il corso d'acqua riprende la direzione verso tramontana, e dopo 61 metri termina il suo corso immettendosi come già detto nella roggia Annoni.

UN BELL'ESEMPLARE DI PLATANO
SULLA SPONDA DELLA ROGGIA

Terminata a questo punto la descrizione dell'immissario , si riprende quella del corso principale, che in questo punto abbandona il comune di Sartirana ed entra in quello di Merate.

Dopo 97 metri percorsi nella direzione da ponente a levante si incontra un ponte, formato con spalle di pietra e coperto con lastre dello stesso materiale, sul quale passa la strada comunale che da Merate porta a Imbersago, ponte e strada sono mantenuti da questa proprietà.

LE RADICI DEL PLATANO IMMERSE
NELLA ROGGIA



Continua la roggia nella direzione da ponente a levante inclinazioni verso mezzodì. Dopo 120 metri è attraversata da un semplice ponticello, formato da una lastra di ceppo, che serve da accesso pedonale al proprietario del fondo adiacente, dal quale è mantenuto.

Superato questo ponticello la roggia assume una più marcata direzione verso levante. Percorsi, in linee molto tortuose, altri 335 metri incontra un ponte in spalle ed arco di pietra, usato per accesso campestre e mantenuto da questa proprietà.

Per altri metri 128 la roggia prosegue in direzione di levante con tendenza ad inclinarsi verso mezzogiorno, arrivando quindi al passaggio a guado di una strada campestre.

Risvolta, dopo 40 metri, la roggia da tramontana a mezzogiorno abbandonando il comune di Merate per entrare in quello di Novate Brianza, assumendo dopo 74 metri la primitiva direzione da ponente a levante fino ad arrivare al denominato laghetto di Novate, specchio d'acqua lungo 187 metri.

Rimpinguata dalle acque del laghetto, prosegue il cammino incontrando , dopo 45 metri, un incastro, posto attraverso il corso della roggia, formato con spalle di cotto e ceppo, traversa e soglia di pietra, stipiti di legno di rovere con due maniglie e dentiera di ferro, dotato di catenaccio, serratura e chiave, custodita dal "camparo" di questa roggia.

Serve questo incastro; quando è chiuso a sostenere come una piccola diga le acque nei laghetti inferiori al laghetto di Novate, usufruendo cosi delle piene per l'irrigazione successiva, ed aperto trasmette l'acqua al tronco della roggia Annoni che la porta ai prati di Verderio Inferiore.

Appena successivo all'incastro si trova un ponte formato con spalle e volta in ceppo e cotto, il quale serve per la strada campestre che da Novate porta nei campi vicini, mantenuto da questa proprietà.

Prosegue la roggia nella direzione da ponente a levante con alcune marcate tortuosità, e dopo 174 metri si incontra un ponte, formato con spalle ed arco di pietra, utilizzato per il passaggio della roggia di un accesso campestre. E' mantenuto da questa proprietà.

Continua la stessa nella direzione da ponente a levante, però con tendenza verso mezzogiorno in linea tortuosa, e dopo metri 233 si trovano una serie di spalle in pietra costruite, per consolidare le due sponde, dal confinante proprietario dottor Antonio Albini il quale le mantiene.

Dette spalle continuano per la tratta di 82 metri, dove la roggia ripiega verso mezzogiorno, avendo a sinistra la strada per Imbersago e a destra il fondo Albini in confronto al quale continua la struttura in pietra da lui mantenuta.

Prosegue la roggia nella su accennata direzione, dopo 40 metri, arriva ad un ponte, formato da spalle ed arco di pietrame con frontali in pietra, sul quale passa la strada Nazionale detta d'Imbersago, mantenuto dal Reale Demanio.

Dallo sbocco del ponte per un buon tratto, la sponda destra è armata con un muro di sostegno in pietrame, costruito e mantenuto dal Real Demanio.

Percorsi altri 191 metri nella direzione verso mezzogiorno, avendo sempre a destra la suddetta strada Nazionale, si trova un ponte con impalcatura e spalle di pietra, sul quale passa un accesso campestre alla proprietà Prinetti , da cui fu costruito e attualmente mantenuto.

Continua la roggia nella direzione verso mezzogiorno, e dopo 41 metri si trova un ponte formato con spalle di pietra e coperto sempre con pietra, che si dice sia stato costruito e mantenuto dall'ingegnere Strazza, a cui serve per un accesso campestre.

Inferiormente al suddetto ponte si riscontra il fondo della roggia selciato in ciottoli per la fuga di 152 metri, dopo i quali si incontra una tombinatura (4) formata da spalle e lastre di pietra che attraversa diagonalmente la suddetta strada di Imbersago della complessiva lunghezza di metri 50.

Superiormente e inferiormente alla tombinatura, il fondo della roggia si riscontra selciato in ciottoli. Tanto il selciato che la tombinatura stati costruiti a cura e spese del comune di Robbiate che mantiene il tutto.

LA ROGGIA NEL TRATTO ADIACENTE AL
MURO DI CINTA DELLA CENTRALE DI
TRASFORMAZIONE ENEL

Lo stesso comune fece costruire e mantiene pure le spalle in pietra che si trovano lungo la sponda sinistra, dallo sbocco della presente tombinatura sino all'incontro con il territorio del paese di Robbiate, ossia per la lunghezza di 259 metri.

Altra tombinatura, formata con spalle in pietra e coperta con lastre di cornettone,(5) della lunghezza di metri 13 è presente all'entrata del paese di Robbiate, che la fece costruire e la mantiene.

A monte di questo manufatto si trovano delle spallature sistemate con copertura di granito a foggia di lavatoio utilizzate dalle donne per lavare, pure eseguite e mantenute dal comune di Robbiate.

Appena sortite le acque dalla tombinatura, continua la roggia scoperta sempre in direzione di mezzogiorno, costeggiando una via interna del paese di Robbiate, con le sponde armate di muri di sostegno in pietrame, mantenute ; quella a sinistra dal comune di Robbiate, e quella di destra dalla proprietà della roggia.

Diciannove metri dopo si incontra un ponte, formato con spalle e copertura di pietra, usato per accesso ad una casa di proprietà Strazza, e mantenuto da questa proprietà.

Prosegue ancora la roggia nella stessa direzione per 51,70 metri, dove si incontra l'inizio una lunga tombinatura della lunghezza di metri 105,30, formata con spalle e copertura in lastre di pietra, mantenuta dalla proprietà Annoni.

La roggia scorre, nella tombinatura, lungo il fronte del lato di ponente della via interna di Robbiate, detta di San Alessandro, ed attraversando la strada comunale raggiunge l'angolo di levante e tramontana del giardino Albini.

A meta circa di questa manufatto entrano nella roggia, le acque di scolo provenienti da una corte colonica di proprietà del dottor Antonio Albini, al quale è stato accordato, da questa proprietà, il diritto allo scarico nella roggia, per concessione precaria risultante da lettera del 18/2/1876

Uscita la roggia dalla descritta tombinatura, viene attraversata da un canale di pietra mediante il quale si trasportano le acque di scolo del paese di Robbiate nel giardino di proprietà Albini, per concessione precaria risultante dalla stessa citata lettera del 18/2/1876.

Percorsi altri 31 metri in direzione mezzogiorno, con a destra il muro di cinta del giardino Albini, e a sinistra la piazza comunale Albini, si incontra un ponte, formato con spalle e copertura in pietra, il quale serve di accesso al giardino di proprietà del signor Albini dal quale è mantenuto.

Prosegue la roggia in direzione mezzogiorno nell'identiche condizioni, e dopo 33 metri si arriva ad un piccolo ponte, formato con spalle e copertura in pietra, utilizzato per accedere ai fondi Albini, dal quale è mantenuto.

Altri 16 metri, e la roggia risvolta nella direzione da ponente a levante, in questo tratto, le sponde sono sostenute e armate da muri in pietrame, e il fondo selciato in ciottoli, il tutto a spese del comune di Robbiate.

Percorsi altri 40 metri, sempre nella medesima direzione, la roggia riprende il primitivo andamento da tramontana a mezzogiorno.

Dopo 269 metri percorsi in linea tortuosa, sempre correndo parallela alla strada comunale: Paderno Robbiate, si incontra un ponte formato con spalle in pietra, volta di cotto e cappello di granito all'imbocco, sul quale passa la strada comunale, che dicesi pure mantenuta dal comune di Robbiate.

Sottopassata la strada comunale suddetta, la roggia scorre, sempre avendo la stessa strada comunale a destra, con le sponde sostenute e armate da muri in pietrame, costruiti e mantenuti a carico del Comune.

LA ROGGIA NEI PRESSI DI
CASCINA BICE
Centoquattro metri dopo si trova un ponticello costituito da una lastra di beola sostenuta da spalle di pietrame, il quale serve per accesso a fondi di proprietà Airoldi, concessione precaria al medesimo accordata dalla proprietà con lettera del 22/1/1859.

Appena al disotto del descritto ponte, risvolta la roggia da ponente a levante, avendo a destra una strada campestre consorziale sostenuta da muratura in pietrame, costruita e mantenuta dalla comunità di Robbiate.

A metri 91 si incontra una tombinatura lunga 7 metri, formata con spalle e coperto di pietra, il tutto costruito e mantenuto dal Comune di Robbiate,

A mezzo di questa tombinatura, la roggia sottopassa alla strada campestre consorziale sopra nominata ed appena dopo risvolta verso mezzogiorno, percorrendo così la tratta di 274 metri , alla fine dei quali la roggia abbandona il comune di Robbiate ed entra in quello di Paderno.

Il comune di Robbiate ebbe sempre grossi problemi per il passaggio della roggia, al tempo della sua costruzione probabilmente non esistevano molte abitazioni nel paese, e quindi il canale non creava problemi.

Successivamente con l'espansione del nucleo abitato, il corso d'acqua si trovò alla fine a passare in mezzo all'agglomerato urbano, addirittura costeggiando una delle vie centrali e lambendo anche la piazza comunale.

Le frequenti inondazioni, specie invernali, causarono molte lamentele e rimostranze contro la proprietà della stessa, con ricorsi e contro ricorsi alle autorità competenti.

Le lamentele si susseguirono incessanti per anni, si fecero molto frequenti e documentate.

Durante il Regno d'Italia instaurato dai Francesi, il 29/1/1812, esasperato dall'ennesima inondazione, il Sindaco scrive al prefetto proponendogli alcune migliorie al fine di sistemare le cose una volta per tutte.

Una delle proposte contenute nella lettera è addirittura quella, contestando il diritto di passaggio della roggia nel paese, lo spostamento della stessa da altre parti.

Ma il conte Ambrogio Annoni da Milano, dove risiede in inverno, contesta la proposta perché ciò costituirebbe una indebita interferenza nel diritto alla proprietà privata, unica cosa che può fare il comune è chiedere di essere indennizzato dei danni causati dall'inondazione.

Addirittura arriva a corresponsabilizare del fatto il comune , l'uscita dell'acqua dalla roggia è la conseguenza di lavori intrapresi dallo stesso sulla strada comunale nel giugno 1786.

Il prefetto informa con lettera del 30/8/1812 il sindaco del ricorso dell'Annoni contro le azioni che il comune intende intraprendere per modificare il corso della roggia.

Il 13 settembre del 1812 nuova lettera del Sindaco che rincara la dose contro la proprietà sempre per il medesimo motivo, e fa presente che nessun Governo precedente, Ducale , Austriaco e men che meno quello "gloriossissimo" attuale, ha emesso leggi che permettono ai privati di scaricare acque sulle strade pubbliche e quindi chiede al prefetto di pronunciarsi contro la proprietà.

Finalmente il 13/7/1813 si arriva ad un accordo tra il comune e la proprietà per la messa in atto di migliorie per rendere meno problematico il passaggio della roggia nel paese.

Il progetto elaborato e controllato da tale Giovanni Butti, ingegnere del genio di Como, prevedeva di dare una maggiore pendenza alla roggia, aumento del diametro delle tombinatura fino ad un braccio, 0,59 centimetri, pulizia dell'alveo, copertura di alcune parti, ecc, con i costi divisi a meta fra l'ente pubblico e la famiglia Annoni.

Probabilmente gli interventi non si fecero o non diedero i risultati sperati , visto che si arriva ad un'altra lamentela nel 1814. Questa volta non sono solo gli abitanti di Robbiate a lamentarsi, ma lo fanno anche i militari di stanza e passaggio nella zona.

In una lettera del 20/1/1814 al prefetto di Lecco , Dipartimento del Lario, il Sindaco Lavelli certificava; che i militari si lamentavano delle condizioni in cui erano costretti a marciare sulla strada trasformata in pista di ghiaccio dall'esondazione della roggia.

Per rendere più incisiva la denuncia il Sindaco ribadiva che , che quella era una strada strategica, di fatto l'unica, sulla riviera dell'Adda, che collegava Cassano con Lecco.

Ma malgrado tutto, non sembra che le cose siano andate a buon fine, se poi le lamentele proseguirono costantemente per altri anni, quasi sempre eluse dalla proprietà.

Il giorno 19/5/1847 l'Imperial Regio Commissario di Brivio scriveva alla delegazione provinciale 6 di Como, indicando i problemi che la roggia Annoni causava alla comunità di Robbiate, e proponendo alcune soluzioni per tentare di risolverli; una vasca di compensazione , aumento della pendenza e altro.

Anche questa volta con poco successo visto che le lamentele continuarono

Convenzioni , accordi e transazioni vennero stipulati fra la proprietà e il comune di Robbiate per risolvere "definitivamente" la questione; il 30/9/1876, 10/10/1879 e 22/2/1891.

Quasi tutti questi atti non diedero soddisfacenti risultati, visto che ancora il 26/3/1958 dopo l'ennesima inondazione si progettavano adeguate migliorie, anche per il fatto che il comune voleva utilizzare la roggia come condotto fognario.

Ricorsi e richieste di danni continuarono da parte del comune di Robbiate verso i proprietari della roggia per molti anni, finché la stessa perduta importanza per il venir meno di quel metodo di irrigazione, perse di fatto anche l'acqua che scorreva in essa. Le ultime inondazioni che la stessa causò risalgono agli anni '60.

L'EDIFICIO RUSTICO DI
CASCINA BICE

Proseguendo nella stessa direzione, verso mezzogiorno, col fondo selciato in ciottoli, dopo un percorso di 203 metri, in mezzo al quale si trova un piccolo ponticello da pedone formato da una semplice lastra di pietra, si arriva ad un ponte, formato con spalle ed impalcatura in pietra, costruito e mantenuto dal proprietario a cui serve.

Percorsi altri 143 metri nella direzione sovra accennata verso mezzodì, si trova un ponte posto attraverso la roggia su cui passa la strada comunale che da Paderno porta al Naviglio, formato con spalle e frontale di pietra e volta di cotto. Ponte costruito e mantenuto dal Comune di Paderno.

Appena sortita dal ponte, la roggia risvolta da levante a ponente e dopo 25 metri riprende la primitiva direzione da tramontana a mezzogiorno, e in questa direzione continua per 86 metri. Al principio di questa tratta si trovano otto pietre lavatoi (7 ) poste abusivamente dal comune di Paderno.

Altre quattro pietre lavatoi si trovano alla fine della medesima tratta, sulla sponda destra della roggia, abusive e uguali alle precedenti. Tutto venne poi, dai proprietari della roggia e dal comune di Paderno, regolato con apposita convenzione, della quale però non esiste traccia.

Continua la roggia nella direzione di mezzogiorno e dopo 166 metri si incontra un ponte, formato con spalle di pietrame e volta in cotto, utilizzato per accesso campestre consorziale, il ponte è mantenuto dalla proprietà Annoni.

Prosegue la roggia nella direzione verso mezzogiorno, avendo a destra la strada comunale da Paderno alla Cascina Lazzarona, a 9 metri dal ponte si ha un'immissione a luce libera di uno scolo di acque pluviali provenienti da Paderno e dalle strade circostanti.

Altre due immissioni di scoli stradali sono presenti a 154 metri, "colatizzi" costruiti e mantenuti dal comune di Paderno.

Percorsi altri 13 metri si arriva ad un ponte, formato da spalle in pietrame e volta di cotto, mediante il quale si accede ad un campo di proprietà dei signori Gerosa e Picciotti, dai quali è mantenuto.

Prosegue la roggia nella direzione da tramontana a mezzogiorno, sulla sponda destra del corso d'acqua si incontrano; prima due pietre lavatoi poste arbitrariamente dal comune di Verderio Superiore, poi due scarichi della confinante strada comunale.

Altri 100 metri e si trova un ponte formato con spalle di pietrame coperto con lastre di pietra, che serve per accesso ad un campo, mantenuto da questa proprietà.

Percorsi altri 93 metri in direzione da tramontana a mezzogiorno, ma con inclinazione di ponente, troviamo uno scarico della strada comunale che da Paderno porta a Borghetto, e dopo altri 88 metri troviamo il ponte in spalle e arco in cotto, sul quale passa la suddetta strada comunale, il ponte è mantenuto da questa proprietà.

Prosegue la roggia nella direzione verso mezzogiorno, e dopo 380 metri si trova il passaggio a guado, di una strada campestre, con il fondo selciato in ciottoli e un vicino ponticello d'assi, il tutto mantenuto dagli utenti del detto passaggio a guado.

Percorsi altri 164 metri, nella direzione sopra accennata, si incontra un ponticello costituito da due travi, costruito e mantenuto dal conte Confalonieri.

Prosegue la roggia nella direzione verso mezzogiorno e dopo 400 metri si trova un ponte, formato da spalle di pietra e volta in cotto, con frontali e cappelli di granito, sul quale passa la strada comunale che da Verderio Superiore mette alla cascina Airolda, ponte eseguito e mantenuto dal comune di Verderio Superiore.

Continua la roggia nella stessa direzione in linea tortuosa, e dopo 183 metri si trova un ponte in spalle di pietrame ed arco di cotto, usato come accesso per una strada campestre consorziale, mantenuto dai proprietari dei terreni.

Prosegue la roggia in direzione verso mezzogiorno, dopo 335 metri si trova un ponte, con spalle di pietra e volta di cotto, usato come accesso per una strada campestre di proprietà Gnecchi, dal quale venne costruito e si mantiene.

Dopo altri 82 metri percorsi nella direzione come sopra, un ponte con spalle di pietra, volta di cotto e frontale di granito, sul quale passa la strada comunale che da Verderio Superiore porta a Cornate, comune da cui è mantenuto.

Continua la roggia nella direzione da tramontana a mezzodì, e dopo 219 metri si riscontra un tratto di 47 metri della sponda sinistra, sostenuta e armata con palafitte d'assi e grossi pali, la quale sostiene l'argine esistente.

Nella costruzione di questa palafitta concorse anche il cavaliere Francesco Biffi, al quale interessava per il sostegno dei suoi fondi.

Percorsi altri 14 metri si trova un ponticello, costruito con spalle di pietrame e cotto e coperto con un lastrone di ceppo in due pezzi, detto ponticello serve per accedere alla cascina Brugarola di proprietà del cavaliere Francesco Biffi, dal quale venne costruito dietro concessione precaria della nobile casa Annoni.

Appena dopo il suddetto ponte si riscontra, una tratta di sponda della lunghezza di 7 metri, sostenuta e armata di palafitta d'assi e grossi pali, costruita e mantenuta dal cavaliere Francesco Biffi.

Ancora altri 75 metri nella direzione verso mezzogiorno, e si incontra a sinistra del corso d'acqua, un pezzo di terra denominato il Bosco Valletta dei Prati di questa proprietà.

Altri 115 metri e si arriva alla località detta dei tre incastri, dove la roggia ha il suo scaricatore nei pressi dei prati della Bergamina e due diramazioni secondarie che servono questa proprietà.

Per cui qui termina la descrizione della roggia per quanto di interesse a questa ricerca, dopo di che, attraversato il territorio del comune di Cornate d'Adda termina il suo corso nel canale Villoresi nel comune di Mesate, con il nome di Rio Vallone.

La Bergamina e relativi terreni vengono venduti l'11/5/1933, rogito Marcello Cellina fu Marcello notaio in Milano, da Federico Annoni del fu Giuseppe nato a Milano e lì domiciliato in via Borgognone, a Franco Gnecchi Ruscone nato in Milano e ivi domiciliato in via Filodrammatici, che acquista tutti i beni, terreni e case sparse nella zona, circa 77 pertiche al prezzo di lire 455.000.

APPENDICE

Descrizione del cavo o canale che porta la colatura del paese di Verderio inferiore al prato Sannazzaro

Questo canale ha origine ad una bocchetta esistente nel piano stradale di una via interna di Verderio Inferiore, quella centrale detta dei Tre Re, situata di fronte al muro dividente la corte Nuova da quella del "Massirolo".

Inizia da un tombino di cotto coperto in pietra che va nella direzione da levante a ponente, tale tombino si mantiene sempre aderente al suddetto muro sino a sortire dalla corte del "Massirolo" nel suo angolo di mezzodì e ponente .

Nella tratta di tombinatura sopra accennata esistono tre bocchette interrate e coperte di pietra per lo spurgo.

Sortite le acque dal tombino suddetto prosegue il canale nella stessa direzione, poco lontano dal caseggiato e dal giardino della parrocchiale di Verderio Inferiore.

Al principio di questa tratta scoperta esiste un ponticello di legno costruito e utilizzato dal parroco, grazie a concessione precaria accordata dal defunto conte Ambrogio Annoni al parroco sacerdote Villa con lettera del 20/8/1829.

L'ultima accennata tratta del canale ha le sponde in muratura a secco e fondo selciato in ciottoli fino ad arrivare in angolo di ponente a tramontana del giardino parrocchiale, punto nel quale entra nel citato prato Sannazzaro cui serve come irrigazione.

NOTE

1 Pietra dura, compatta, una specie di granito, molto utilizzata nella costruzione di ponti e palazzi

2 Si occupava della gestione dei fondi in nome e per conto del proprietario quando questi era assente, chiamato in dialetto campee o fatur

3 Così si chiamava l'inizio di un ruscello, dove sgorgava l'acqua di una fonte

4 Canale, nel quale passava l'acqua, coperto da lastre di pietra, a volte posto di traverso alla strada a volte posto in parallelo

5 Pietra dura quasi come il granito, usata in lastre

6 Istituzione corrispondente all'attuale Amministrazione provinciale

7 Erano delle pietre piatte usate dalle donne brianzole per lavare i panni, quando ancora non esisteva la lavatrice e l'acqua dei torrenti era pulita
Anselmo Brambilla


La prima parte di questo articolo è stata pubblicata il
26/3/2009. La puoi trovare cliccando sulle etichette Anselmo Brambilla o Roggia Annoni.
Le fotografie sono immagini della roggia scatta te il 30 aprile 2009, in territorio di Verderio Inferiore. (m.b.)