lunedì 9 febbraio 2009

CASCINA S. CARLO A VERDERIO SUPERIORE





L’ultimo giorno del mese i quattro contadini del Parroco, che da tempo immemorabile abitavano le ristrette case di proprietà Gnecchi, si portavano nella cascina nuova del Parroco, bella, comoda, spaziosa”.

Così, aggiornando il suo diario, il “Liber Cronicus”, Don Luigi Galbiati, Parroco di Verderio Superiore, esprimeva la sua soddisfazione per un’opera intrapresa con passione e costata parecchio denaro.

Era il 30 aprile 1906 e si riferiva alla cascina da lui denominata “Cascina San Luigi” e che il suo successore, Don Carlo Greppi, ribattezzò con l’attuale nome : “Cascina San Carlo”.

Nonostante siano ormai trascorsi più di novant’anni, la Cascina San Carlo gode di buona salute, soprattutto se la si confronta con le sue più nobili sorelle, la cascina Alba e la cascina La Salette, verso le quali sicuramente in gioventù avrà sofferto di qualche complesso di inferiorità. Essa è infatti di ben più modeste dimensioni ed è priva degli elementi decorativi che caratterizzano le altre: non ha le bifore con la colonnina centrale de “La Salette”, ne le lesene con i capitelli dell’Alba e la sua facciata non è snellita dalle torri laterali presenti nelle altre.

La Cascina San Carlo va apprezzata per la sua semplicità: il loggiato, composto fin dall’origine da un’unica campata aperta e da altre due solo delineate da archi ciechi; il pozzo, un’edicola cilindrica coperta da un tettuccio di lamiera, in posizione centrale rispetto alla facciata; le serie di comignoli disposti a scala.

Il più remoto accenno alla Cascina S.Carlo è forse un appunto, risalente al febbraio del 1905, contenuto ancora una volta nel “Liber Cronicus”. Don Luigi parla della necessità di un edificio di “24 locali, più stalle ripostigli, ecc...”, prevede l’entità della spesa -”20 mila lire e più”- e come farvi fronte: “ vi sono quattromila e cinquecento lire di capitale, un boschetto, che renderà un migliaio di lire, qualche altro migliaio di legati fiduciari.....Il rimanente” - conclude con una punta di polemica - “ ci pensi il Parroco, lo si stima ricco...(di peccati)” .

Tali previsioni poggiavano sui risultati di una perizia commissionata ad un professionista di Brivio, l’ingegner Valentino Gilardi. Da questo studio è possibile trarre alcune interessanti notizie circa il lavoro agricolo di quegli anni.

Partendo dalla constatazione che “un contadino di sana costituzione possa lavorare, in via ordinaria e annualmente, un Ettaro di terreno”, il tecnico stimava, in prima battuta, che per i poco più di 16 ettari del Beneficio Parrocchiale, fossero necessari 16 contadini giornalieri.

Tenendo però presente che al lavoro dei campi erano connessi altri impegni “ inerenti ed imperiosi “ come la cura del bestiame e la “coltivazione dei bachi”, il Gilardi osservava: “...il contadino non può fare da sé e deve per necessità di cose procurarsi comunque sia “ -( la sottolineatura è sua )- “ un aiuto od una compagna” - (questa volta la sottolineatura è mia).

Deduceva quindi che ogni contadino, che avesse optato per l’aiutante o avesse preferito prender moglie, dovesse disporre di due locali. Per 16 ettari coltivabili erano perciò necessari almeno 32 locali.

Tredici erano già disponibili ( sei presso la casa parrocchiale e sette - “tutti angusti” - alla Cascina Provvidenza ); ne sarebbero bastati altri 19, se non si fosse dovuto “tener conto della prole ecc. e delle altre necessità della vita”. In conclusione l’ingegnere stimò che la parrocchia avesse bisogno di una nuova casa colonica di 25 locali.

La costruzione dell’opera fu affidata al capo mastro Luigi Picciotti; il costo finale ammontò a £ 23440.

***

La Cascina S.Carlo, conosciuta anche come “Casina del Curaa”, è ancora viva e abitata anche da alcuni discendenti di quei quattro contadini che vi si stabilirono nel 1906. Nel 1975 i suoi abitanti l’hanno acquistata dalla Parrocchia e in seguito hanno adattato gli interni alle odierne esigenze . A loro va il merito di aver mantenuto pressoché inalterato l’aspetto esterno.



Le fonti

I documenti relativi alla consegna della cascina S.Carlo alla parrocchia si trovano in Archivio Parrocchiale, titolo V “Amministrazione beni parrocchiali”, Cl.I, Beneficio parrocchiale, cartella 1. fascicolo 1/1.

Altra fonte consultata è il Liber Cronicus, 1897/1913, redatto da Don Luigi Galbiati



1 commento:

  1. Complimenti per questo post di storia locale.
    In questa cascina ho due appartamenti:Un monolocale affittato e un bilocale da affittare...

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